Nuovi attacchi israeliani hanno preso di mira siti militari a Damasco e nei suoi sobborghi nella odierna mattina di sabato, quasi una settimana dopo che una coalizione di ribelli ha conquistato la capitale siriana. Lo riferisce l’ONG Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH) con sede a Londra ma che dispone di una vasta rete di fonti informativi in Siria.
Gli attacchi israeliani hanno distrutto un “istituto scientifico” e altre postazioni militari a Barzé, alla periferia nord-orientale di Damasco, e hanno preso di mira un “aeroporto militare” alla periferia della città, ha spiegato l’ONG. I raid israeliani hanno inoltre preso di mira “depositi di missili balistici” e lanciarazzi nella regione di Qalamoun, alla periferia di Damasco, e “tunnel” sotto le montagne, ha aggiunto l’Osservatorio, che presume che questi “attacchi contro i siti militari dell’ex regime hanno lo scopo di distruggere ciò che resta delle capacità militari del futuro esercito siriano”.
Venerdì, l’aviazione israeliana ha preso di mira anche una “base missilistica sul Monte Qassioun a Damasco”, ha aggiunto l’ONG, così come un aeroporto nella provincia meridionale di Soueida e “laboratori di ricerca e difesa a Masyaf”, nella provincia di Hama.
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha ordinato all’esercito di “prepararsi a rimanere” per tutto l’inverno nella zona cuscinetto ai margini della parte del Golan siriano occupata da Israele. Le truppe israeliane sono entrate nella zona cuscinetto subito dopo la caduta di Assad. L’ONU ha denunciato questo fatto come una “violazione” dell’accordo di disimpegno del 1974 tra Siria e Israele.
In pericolo l'identità degli ex detenuti politici siriani
SEIDISERA 13.12.2024, 18:00
Contenuto audio