Ci sono volute poco più di 24 ore per congelare le procedure dei richiedenti l’asilo siriani. I tempi sono più lenti e incerti, invece, per rivedere o cancellare le sanzioni imposte da Berna nel 2011, all’inizio della rivolta repressa nel sangue da Bashar al Assad.
La Svizzera per ora si adegua all’Unione Europea. Fino a che le sanzioni europee restano valide, noi possiamo mantenere le nostre, spiega la SECO sollecitata dalla RSI. Sanzioni - esclusi medicinali e beni umanitari - che erano mirate contro la famiglia Assad: ministri, funzionari, capi della sicurezza di un sistema che domenica scorsa si è sgretolato.
Il Consiglio federale le manterrà anche contro Mohammed al Jolani e le nuove autorità di transizione della Siria? Il suo movimento Hayat Tahrir al Sham e lo stesso al Jolani figurano ancora sulla lista delle sanzioni ONU relative a IS e al Qaida. Come Stato membro dell’ONU, la Svizzera - afferma la SECO - deve applicarle.
Ma Berna come considera il gruppo di origine jihadista ora al potere a Damasco? Nel 2019 veniva definito vicino ad al Qaida nella relazione annuale del Servizio delle attività informative della Confederazione. Valutazione ancora valida? “Non ci pronunciamo sui singoli casi”, ci hanno risposto i servizi segreti. Dal 2022 è in vigore la decisione federale che vieta al Qaida e IS, i gruppi portabandiera di quell’ideologia fondamentalista proclamata da al Jolani fino a pochi anni fa, prima di una svolta in apparenza moderata, ancora tutta da dimostrare.