Stati Uniti e Israele si attendono per lunedì la rappresaglia iraniana per l’uccisione a Teheran di Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas, e di quella del capo militare di Hezbollah Fuad Shukr. È quanto anticipa il sito di informazione statunitense Axios. A differenza di aprile, quando l’Iran informò preventivamente delle sue intenzioni, dando l’idea di voler solo una dimostrazione di forza, stavolta dai Guardiani della rivoluzione non arrivano però indicazioni precise: la vendetta scatterà “a tempo debito”, hanno fatto sapere sabato. La guida suprema Ali Khamenei e il capo di Hezbollah Hassan Nasrallah avevano avvertito che la risposta “farà piangere Israele”. Il premier Benjamin Netanyahu ha garantito dal canto suo che lo Stato ebraico è preparato a ogni scenario e che chi attaccherà il Paese pagherà un prezzo molto elevato.
L'intervista a David Menashri, del centro studi iraniani all'Università di Tel Aviv
Telegiornale 04.08.2024, 20:00
La tensione è molto alta e nei pressi di Tel Aviv domenica mattina un palestinese ha accoltellato quattro persone - uccidendone due e ferendone gravemente altre due - prima di essere a sua volta ucciso. Gli attacchi israeliani su Gaza sono intanto proseguiti, con un bilancio di decine di morti: colpiti anche tende di profughi e due scuole che servivano da rifugio per gli sfollati. In queste ultime si contano almeno 30 vittime.
Radiogiornale delle 12.30 del 4.8.2024: La corrispondenza di Michele Giorgio
RSI Info 04.08.2024, 12:37
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Sabato sera, inoltre, Hezbollah ha lanciato decine di razzi verso Israele, prendendo di mira per la prima volta anche la località di Beit Hillel, ma in maggioranza sono stati intercettati. Lo Stato ebraico ha risposto con raid aerei sul sud del Libano.
RG 12.30 del 04.08.2024 Il servizio di Anna Valenti sulla situazione libanese
RSI Info 04.08.2024, 12:44
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E proprio il fronte libanese, caldo da settimane, è particolarmente sotto osservazione. Numerose compagnie aeree hanno già sospeso nei giorni scorsi i collegamenti da e per Beirut, oltre che con Tel Aviv. La Swiss (come la casa madre Lufthansa) ha annunciato giovedì che non volerà verso il principale aeroporto israeliano almeno fino all’8 agosto e verso la capitale libanese almeno fino al 12.
Si moltiplicano inoltre gli appelli di Governi occidentali ai loro cittadini affinché lascino anche il Libano: Washington aveva già esortato a farlo “con qualsiasi biglietto ancora disponibile”, anche Londra aveva già compiuto questo passo e la Svezia si era spinta sabato fino a chiudere temporaneamente la propria ambasciata.
Domenica è stata la volta della Francia, che ha pure esortato i propri cittadini a lasciare temporaneamente l’Iran, sia quelli di passaggio che i residenti in pianta stabile.
Le raccomandazioni del DFAE ai cittadini svizzeri
Il Dipartimento federale degli affari esteri sconsiglia agli svizzeri di recarsi in Iran e in Israele. “Si sconsigliano i viaggi turistici e altri viaggi non urgenti in Israele. In generale si sconsiglia di recarsi in singole zone del Paese. Il rischio di escalation è ulteriormente aumentato”, ha scritto in particolare venerdì sera il DFAE su “X”.
Quanti si trovano in Iran e desiderano andarsene “devono farlo con i propri mezzi”, aveva precisato ancora la Confederazione. L’ambasciata è aperta e fornisce i servizi abituali. Già mercoledì Berna aveva raccomandato di lasciare il Libano “se possibile e sicuro”.
Papa: attacchi mai una soluzione, anche se mirati
“Gli attacchi, anche quelli mirati, e le uccisioni non possono mai essere una soluzione. Non aiutano a percorrere il cammino della giustizia, il cammino della pace, ma generano ancora più odio e vendetta”, ha detto papa Francesco nel suo appello dopo la preghiera dell’Angelus in Piazza San Pietro.
“La guerra è una sconfitta”, ha ripetuto il pontefice. “Prego per tutte le vittime, in particolare per i bambini innocenti. Esprimo vicinanza alla comunità drusa in Terra Santa e alle popolazioni in Palestina, Israele, Libano. E non dimentichiamo il Myanmar”.