Almeno nove operatori di organizzazioni umanitarie sono rimasti uccisi e molrti altri feriti durante un attacco israeliano a Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza: lo ha reso noto l’ufficio stampa di Hamas, come riporta la CNN, che parla del raid più mortale da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco a gennaio. In precedenza, l’esercito israeliano aveva affermato di aver preso di mira una “cellula terroristica” che stava utilizzando un drone per compiere attacchi contro le sue truppe presenti nella Striscia.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu
Proseguono i negoziati
Israele ha frattanto annunciato di voler proseguire i negoziati indiretti con Hamas sul seguito della fragile tregua a Gaza, ma mantiene la propria posizione, mentre i raid aerei dell’Idf (esercito israeliano) nel nord del territorio palestinese sono, come detto, continuati anche ieri, sabato. Il premier Benjamin Netanyahu “ha dato istruzioni al team di negoziatori di prepararsi alla continuazione delle discussioni”, ha dichiarato in un comunicato l’ufficio del primo ministro, al termine di una riunione “sulla questione degli ostaggi” con i negoziatori e i capi dei servizi di sicurezza del Paese.
“Le discussioni avranno luogo sulla base della risposta dei mediatori alla proposta (dell’inviato americano Steve Witkoff) sulla liberazione immediata di undici ostaggi vivi e della metà degli ostaggi morti” ha precisato Israele. Ad oggi, infatti risultano ancora 58 ostaggi trattenuti a Gaza, 34 dei quali sono stati dichiarati morti dall’esercito israeliano.
Netanyahu respinge così l’offerta della fazione islamista palestinese, formulata il giorno prima, di liberare un ostaggio israelo-americano e di restituire i corpi di altri quattro. Dall’inizio della tregua il 19 gennaio, dopo oltre quindici mesi di guerra, Hamas ha rilasciato 33 ostaggi, tra cui otto morti, e Israele ha liberato circa 1’800 detenuti palestinesi.
Tregua in bilico
Ma questo accordo di tregua, stabilito in più fasi per raggiungere un cessate il fuoco permanente, è appeso a un filo, poiché la sua prima fase è ufficialmente scaduta il 1° marzo. Una nuova serie di discussioni indirette è iniziata lo scorso martedì a Doha sotto l’egida dei mediatori - Egitto, Qatar e Stati Uniti rappresentati da Witkoff - per cercare di appianare le divergenze.
Ancora in piazza per gli ostaggi
A Tel Aviv, diverse migliaia di persone si sono riunite ieri, sabato per chiedere al Governo di agire per ottenere la liberazione in un’unica volta di tutti gli ostaggi a Gaza.
Notiziario 07.00 del 16.03.2025
RSI Info 16.03.2025, 07:50
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