I cronisti, di solito, accorrono sul luogo di una catastrofe. A me questo pomeriggio è capitato di starci dentro. Per fortuna non troppo vicino da saltare per aria.
Alle 16.20 (le 14.20 in Svizzera) sulla principale via dello shopping di Istanbul, Istiklal Caddesi, quella dove passa il tram rosso che collega la Piazza Taksim al quartiere di Galata, è accaduta una forte esplosione. L’ho udita chiaramente dal balcone di casa a poche centinaia di metri da lì.
Se non ci sono passato davanti è solo perché, sceso dalla funicolare, proprio in piazza Taksim, ho deciso di rincasare salendo al volo su un autobus per una sola fermata, evitando così la passeggiata nella caotica Istiklal, troppo affollata di gente la domenica pomeriggio.
Ero pertanto appena entrato in casa quando aprendo il balcone per appoggiare una nuova pianta ho sentito l'esplosione. Se ne sentono di frequente in questo quartiere e, per fortuna, sono quasi sempre petardi ma quella di questo pomeriggio è stata più tonante, più cupa, più sinistra. Così ho acciuffato la mia borsa con l’attrezzatura foto-video e sono uscito per verificare l’accaduto. Risuonavano ovunque le sirene di ambulanze e polizia. Gli agenti sbarravano le vie di accesso alla via Istiklal ma, esibendo la tessera stampa, ho potuto avvicinarmi. C’erano persone spaventate e prese dal panico che scappavano via dal punto dell’esplosione mentre la polizia chiudeva la strada con un nastro giallo e respingeva i curiosi che si avvicinavano coi telefonini sguainati. Le ambulanze andavano e venivano.
Mi domandavo, mentre guardavo e filmavo la scena, se si fosse trattato di un incidente, una fuga di gas o qualcosa del genere. O forse lo speravo. Sì, perché l’altra ipotesi possibile su cui meditavo era quella che si fosse trattato di un attentato terroristico, come quelli che nel recente passato hanno flagellato la città.
Quelli gravissimi del 2003: il 15 novembre, davanti alla sinagoga (30 morti e 277 feriti) e il 20 novembre al Consolato generale del Regno Unito (32 morti e 450 feriti).
E quelli dei tempi più recenti: il 12 gennaio 2016 alla Moschea Blu (12 Morti); il 7 giugno 2016, un'autobomba contro un autobus della polizia (11 morti); il 28 giugno 2016 all'Aeroporto Atatürk (48 morti e più di 230 feriti); l’1 gennaio 2017 a nightclub Reina (39 morti e 79 feriti).
Purtroppo pare che la mia speranza sia stata disattesa dalle notizie più recenti. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha dichiarato a caldo: “La nostra nazione sia certa che i responsabili dell’esplosione avvenuta sulla via Istiklal saranno puniti come meritano … sarebbe sbagliato affermare con certezza che si sia trattato di un attentato ma dai primi sviluppi e dalle prime informazioni ricevute dal nostro governatore c’è proprio odore di attentato terroristico”.
Poco dopo le dichiarazioni di Erdoğan, il suo vicepresidente Fuat Oktay ha confermato che si è trattato di un'esplosione di stampo terroristico provocata da una donna.
A Istanbul è tornato l’incubo degli attentati.
Attacco terroristico a Istanbul
Telegiornale 13.11.2022, 21:00