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Jack Smith si è dimesso, aveva indagato Trump

Il procuratore speciale aveva messo sotto accusa il presidente USA eletto per il suo ruolo nel tentativo di ribaltare il risultato delle elezioni 2020 e la cattiva gestione di carte classificate a Mar-a-Lago

  • Ieri, 22:31
  • 2 ore fa
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Jack Smith

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Di: Reuters/ATS/M. Ang. 

Si è dimesso Jack Smith, il procuratore speciale che ha indagato il presidente USA eletto Donald Trump per il suo ruolo nel tentativo di ribaltare il risultato delle elezioni 2020 e la cattiva gestione di carte classificate a Mar-a-Lago. Lo rende noto Politico e la CNN. Smith si è dimesso venerdì dal Dipartimento di Giustizia, secondo i documenti depositati presso la corte federale, scrive Politico.

Smith ha portato avanti due delle quattro cause penali che Trump ha dovuto affrontare dopo aver lasciato l’incarico, ma le ha viste arenarsi dopo che un giudice nominato da Trump in Florida ne ha respinta una e la Corte Suprema degli Stati Uniti - con tre giudici nominati da Trump - ha stabilito che gli ex presidenti godono di un’ampia immunità per gli atti ufficiali. Nessuno dei due casi è arrivato al processo.

Le dimissioni di Smith dal Dipartimento di Giustizia erano attese. Trump, che ha più volte definito Smith “squilibrato”, aveva detto che lo avrebbe licenziato immediatamente dopo il suo insediamento il 20 gennaio e ha lasciato intendere che potrebbe arrivare una punizione contro Smith e altri che hanno indagato su di lui una volta tornato in carica.

Smith fu chiamato dall’Attorney General a novembre del 2022, e quindi lasciò l’incarico di procuratore capo della Corte penale internazionale dell’Aja, dove dalla metà del 2017 indagava sui crimini di guerra in Kosovo. Abituato a casi di una certa gravità, prima della Cpi aveva lavorato per anni al dipartimento di Giustizia alla guida della divisione incaricata di indagare politici e figure pubbliche accusate di corruzione. Certo Trump è stato un avversario particolarmente duro per il procuratore speciale, che in questi quasi tre anni ha subito attacchi di ogni tipo da parte del suo indagato. “Deranged”, “pazzo”, l’insulto più ricorrente da parte di Trump che ha accusato lui e tutti gli altri procuratori che lo hanno indagato di “una caccia alle streghe politica”. Dopo il trionfo alle elezioni presidenziali di Trump e la sentenza sull’immunità della Corte Suprema, Smith dunque ha deciso di archiviare i casi, a poche ore di distanza. A fine novembre, prima ha presentato una mozione alla giudice di Washington Tanya Chutkan per chiudere le indagini contro il presidente-eletto sulla questione delle interferenze elettorali e la sovversione dello Stato e pochi minuti dopo ha inoltrato una richiesta analoga alla giudice della Florida Aileen Cannon per le indagini sui documenti segreti portati dalla Casa Bianca nel resort in Florida, alla fine del primo mandato.

In questi giorni l’ultimo capitolo, quella sulla pubblicazione del rapporto di Smith relativo alle indagini sul tentativo di sovvertire le elezioni. Garland vuole renderlo pubblico, gli avvocati del tycoon sostengono che potrebbe essere dannoso alle sue funzioni di presidente. Il 9 gennaio la Corte d’appello dell’11mo circuito ha dato il suo via libera ma i tempi della pubblicazione non sono noti e comunque Trump può sempre fare ricorso.

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