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Javier Milei conquista l’Argentina

Il candidato ultraliberista ottiene una vittoria schiacciante al ballottaggio delle presidenziali, staccando Sergio Massa di 12 punti. Ma ora deve risollevare un Paese in profonda crisi

  • 20 novembre 2023, 05:59
  • 20 novembre 2023, 09:17
Javier Milei si è imposto nel ballottaggio presidenziale in Argentina

Javier Milei si è imposto nel ballottaggio presidenziale in Argentina con un vantaggio schiacciante

  • Keystone
Di: Emiliano Guanella 

Sapeva che avrebbe potuto vincere Javier Milei, ma forse nemmeno lui immaginava di farlo con tanto margine sul suo avversario. I 12 punti di distacco da Sergio Massa sono un’enormità, in un continente abituato a vittorie ben risicate; basta ricordare lo scarso 3% di Lula da Silva su Jair Bolsonaro di appena un anno fa. Il trionfo del candidato ultraliberista è stato schiacciante, ha vinto in 21 province su 24, ha recuperato terreno persino nella sterminata periferia di Buenos Aires, feudo dell’assistenzialismo peronista.

Nel suo primo discorso da presidente eletto dell’Argentina è stato pragmatico e conciso, ha letto per 17 minuti gli impegni salienti del governo che verrà, senza toccare i punti polemici come la fine dell’educazione e della salute pubblica, la chiusura della Banca centrale o la dollarizzazione. Ha ringraziato l’ex presidente conservatore Mauricio Macri e la candidata moderata Patricia Bullrich; il loro appoggio è stato cruciale per la costruzione di un fronte antiperonista tra strategia e voto per il “meno peggio”.

Sergio Massa ha riconosciuto la sconfitta ancora prima che venissero i diffusi i primi dati ufficiali e poi ha annunciato che lascia immediatamente il Ministero dell’Economia, la transizione con il prossimo presidente la faranno altri. Mancano 19 giorni al 10 dicembre, data di insediamento di Milei. In un Paese normale sono pochi, giusto il tempo di passare le consegne e preparare la tradizionale cerimonia del passaggio del “bastone del comando” alla Casa Rosada. Nell’Argentina di oggi, con un’inflazione al 140% e una moneta, il peso, che ogni giorno perde valore, sono un’eternità.

“Inizia ora la fine della nostra decadenza”, ha detto Milei, promettendo una rivoluzione basata sulla riduzione all’osso dello Stato, il rispetto della proprietà privata e il libero mercato. Cita i padri della Patria, il passato glorioso di una nazione che ai primi del Novecento era tra le più ricche al mondo. Al porto di Buenos Aires, allora, arrivavano i transatlantici pieni di migranti europei in cerca di fortuna. Oggi i giovani argentini scappano dalla crisi economica, dall’imprevedibilità e dall’insicurezza. “Sappiamo che la sfida che abbiamo davanti a noi non è affatto facile. Ma questo non è il tempo per chi ha paura”. Gli ostacoli sul suo cammino saranno molti, dal debito alle riforme, dal deficit fiscale al gigantesco peso della spesa pubblica. Milei si è preso l’Argentina: adesso gli tocca governarla. 

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Argentina al voto per il nuovo presidente

Telegiornale 19.11.2023, 20:00

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