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Johnson promette un futuro radioso

In un momento difficile per il Paese, il premier parla al Congresso dei conservatori britannici - Sull'immigrazione nessun passo indietro

  • 6 ottobre 2021, 19:07
  • 20 novembre, 19:31
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RG 18.30 del 06.10.2021 La voce di Boris Johnson

RSI Info 06.10.2021, 21:27

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Di: AFP/Reuters/pon 

Prezzi dell'energia alle stelle, pericolo di inflazione, scaffali vuoti e pompe di benzina a secco per colpa della carenza di autotrasportatori e altra manodopera lasciano presagire un autunno e un inverno difficile, ma il Regno Unito uscirà più produttivo e dinamico dalle difficoltà causate dall'effetto combinato di Brexit e pandemia di coronavirus.

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Regno Unito, continua la crisi del carburante

Telegiornale 28.09.2021, 14:30

Questo è quanto meno ciò che ha assicurato il premier Boris Johnson, celebrato da centinaia di delegati senza distanze e mascherina al congresso annuale dei conservatori britannici, a Manchester.

L'inquilino di Downing Street ha promesso che il Paese si lascerà alle spalle il modello dei bassi salari, della crescita debole, delle qualifiche limitate e dell'immigrazione senza controllo per dirigersi verso uno fatto di paghe alte, competenze elevate e fiscalità leggera. È quello per cui il popolo ha votato, nel referendum del 2016 e nelle legislative che gli hanno assicurato una solida maggioranza nel 2019, ha dichiarato. "Ci vorrà del tempo e qualche volta sarà difficile", ha avvertito il 57enne, che non è disposto a fare concessioni sulle "libertà" recuperate grazie all'uscita dall'Unione Europea e in particolare riguardo all'immigrazione, nonostante le proteste di quei settori dell'economia che sono messi alle corde dalla carenza di personale. Non solo nei trasporti, dove la promessa di permessi temporanei ha attirato poche centinaia di autisti stranieri mentre ne servirebbero decine di migliaia, ma anche per esempio nei macelli.

Johnson ha pure difeso l'aumento dei prelievi sociali per far fronte alla voragine nelle finanze pubbliche, dicendo che anche Margaret Thatcher, sempre popolarissima fra i "tories", avrebbe fatto lo stesso.

In politica estera, il Regno resterà aperto al mondo e Johnson ha difeso il recente accordo AUKUS con Australia e Stati Uniti. Solo sorvolato invece il tema del clima, per Greenpeace un brutto segnale in vista della COP26 di Glasgow, che pure lo stesso premier aveva definito in un recente passato "il summit della nostra generazione".

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Notiziario 17.00 del 06.10.2021

RSI Info 06.10.2021, 19:07

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