“La soluzione dei due Stati è l’unica via verso la pace” in Medio Oriente e gli insediamenti israeliani rappresentano una “minaccia”. John Kerry spiega in questo modo la decisione degli Stati Uniti di non porre il veto alla risoluzione dell'ONU che venerdì ha condannato la realizzazione di nuovi alloggi ebraici nei territori occupati.
Il segretario di Stato ha difeso l’operato di politica internazionale dell’amministrazione Obama, specie in Medio Oriente: “Nessun’altro ha fatto tanto quanto il presidente uscente, ma malgrado gli sforzi le prospettive di pace nell’area sono in grave pericolo”.
Obama e Netanyahu sono ai ferri corti
La posizione degli USA è quindi netta e contrastante con quella del Governo israeliano: Benjamin Netanyahu, che ha definito di parte il discorso di Kerry, non ha mai nascosto di avere una politica vicina ai coloni e quindi contraria all’adozione della soluzione di due entità nazionali divise, ebraica e palestinese. Per questo il ministro di Obama l’ha definita “la più a destra della storia israeliana, con un’agenda dettata dagli elementi più estremisti”.
E mentre il Governo democratico uscente mostra il suo ultimo colpo d’ala sulla politica mediorientale, si fa sentire la reazione contrapposta del presidente eletto Donald Trump, che, su twitter, si è schierato a fianco dello Stato ebraico, ricordando il ruolo di storico alleato degli Stati Uniti e ha chiesto a Israele di restare forte in attesa del 20 gennaio, giorno della cerimonia di insediamento del neoletto presidente.
mamo/ats/reuters
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