L’ONU ha accusato venerdì le forze armate di Kiev e quelle russe di aver commesso esecuzioni sommarie di prigionieri di guerra.
Le accuse sono contenute in un rapporto dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (UNHCHR). Matilda Bogner, responsabile della missione in Ucraina, ha dichiarato: “Siamo profondamente preoccupati per l'esecuzione sommaria almeno 25 prigionieri di guerra russi e persone fuori combattimento da parte delle forze armate ucraine, che abbiamo documentato”. I fatti, ha spiegato, sono spesso avvenuti “subito dopo la cattura sul campo di battaglia. Pur essendo a conoscenza di indagini in corso da parte delle autorità ucraine su cinque casi che coinvolgono 22 vittime, non siamo a conoscenza di procedimenti giudiziari a carico dei responsabili”.
Per quanto riguarda le esecuzioni di 15 prigionieri di guerra ucraini "poco dopo la loro cattura" da parte delle forze armate russe", 11 di queste sono state eseguite dal gruppo paramilitare russo Wagner, ha aggiunto l’alta funzionaria delle Nazioni Unite.
L'Ucraina e la Russia si accusano reciprocamente di abusi sui prigionieri che costituiscono crimini di guerra dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022.
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Abusi e maltrattamenti
“Quasi la metà dei 229 prigionieri di guerra russi che abbiamo intervistato – continua Matilde Bogner - ha parlato di torture o maltrattamenti da parte di membri delle forze armate ucraine e dell'SBU (il servizio di intelligence interna di Kiev, ndr.), e in misura minore del personale penitenziario. La maggior parte di questi casi si è verificata durante le fasi iniziali dell'arresto e dell'interrogatorio. I prigionieri di guerra sono stati picchiati, colpiti alle gambe, pugnalati agli arti, torturati con la corrente, sottoposti a finte esecuzioni, minacce di violenza sessuale o di morte. Nei luoghi di internamento permanenti, come le strutture di custodia cautelare o il campo per prigionieri di guerra, le segnalazioni di maltrattamenti sono state significativamente minori. Tuttavia, la scorsa primavera abbiamo ricevuto denunce di percosse in alcune di queste strutture a Dnipro, Vinnytsia e Charkiv”.
Il rapporto ricorda che, stando al diritto internazionale, i prigionieri di guerra non dovrebbero essere tenuti in isolamento. “Sebbene molti rimangano in isolamento in Ucraina, accogliamo con favore i progressi compiuti con l'istituzione di un campo per prigionieri di guerra nella regione di Leopoli nell'aprile 2022. Ci aspettiamo che le autorità stiano affrontando le denunce di trattamenti umilianti e degradanti, che abbiamo ricevuto durante la nostra visita al campo nel dicembre 2022”, continua la responsabile della missione ONU, sottolineando inoltre che la Russia non ha invece allestito “nessun campo per prigionieri di guerra”, tenuti in isolamento.
Per quanto riguarda i prigionieri di guerra ucraini, il rapporto sottolinea che Mosca non ha consentito alla missione ONU l'accesso ai luoghi di internamento dei prigionieri di guerra, contrariamente a quanto fatto da Kiev. Tuttavia, interviste confidenziali “sono state condotte con i prigionieri di guerra ucraini al loro rilascio”.
Dei 203 prigionieri di guerra ucraini intervistati, “il 67% è caduto nelle mani delle forze russe dopo che i comandanti avevano negoziato la loro resa. In questi casi, abbiamo riscontrato una migliore protezione per i prigionieri all'inizio della loro prigionia”, si legge nel documento dell’ONU.
Tuttavia, “la maggior parte dei prigionieri di guerra ucraini catturati in battaglia sono stati torturati o maltrattati prima dell'internamento. Membri delle forze armate russe e del Servizio di sicurezza russo li hanno torturati e maltrattati per estorcere informazioni militari, per intimidirli o umiliarli o come forma di punizione. Tra le forme di tortura vi sono le percosse, l'elettrocuzione e, in diversi casi, l'iniezione o la pugnalata alle gambe. Anche le finte esecuzioni erano comuni. Il rapporto descrive un caso in cui un prigioniero di guerra è morto per le ferite riportate poche ore dopo essere stato torturato”.
Sulla base delle testimonianze, le condizioni di detenzione di molti prigionieri di guerra ucraini sono state definite “scioccanti”. Alcuni militari ucraini sarebbero inoltre morti a causa delle ferite riportate dopo le torture subite durante l’internamento.
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Morti civili e sparizioni forzate
Il rapporto dell’UNHCHR si focalizza anche sui morti civili e le sparizioni forzate. Il documento fa stato di almeno 8'000 civili uccisi in tutto il Paese e di quasi 14'000 feriti, per la stragrande maggioranza a causa di missili, armi esplosivi, mine o residuati bellici esplosivi. Le cifre reali, sottolinea Bogner, con ogni probabilità sono molto più alte.
Inoltre, dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio del 2022, sono stati documentati 621 casi di sparizioni forzate e detenzioni arbitrarie da parte delle forze armate russe, nonché vari casi di torture, maltrattamenti e anche violenze sessuali. Sono anche stati documentati 91 casi di sparizioni forzate e detenzioni arbitrarie commesse dalle forze di sicurezza ucraine.
Infine, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani afferma di aver documentato “trasferimenti di civili in aree del territorio occupato o nella Federazione Russa, alcuni dei quali possono equivalere a trasferimenti forzati o deportazioni. Questi trasferimenti includono bambini e adulti che vivevano in istituti di assistenza sociale e bambini non accompagnati da parti delle regioni di Donetsk, Kharkiv, Kherson, Kiev e Odessa mentre erano occupate dalla Federazione Russa o temporaneamente controllate dalle forze armate russe”.
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