Israele ha annunciato lunedì di aver liberato due ostaggi a Rafah, l’ultimo obiettivo della sua offensiva nella Striscia di Gaza, dove il governo di Hamas ha riferito che un centinaio di palestinesi sono stati uccisi durante l’operazione notturna. Al momento non vi sono dettagli in merito al numero delle vittime forniti da fonti indipendenti.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato al suo esercito di preparare un’offensiva su Rafah, al confine con l’Egitto, dove attualmente è ammassata la maggior parte della popolazione del territorio palestinese, secondo le Nazioni Unite, causando preoccupazione nella comunità internazionale.
Domenica Hamas ha avvertito che una simile offensiva avrebbe “silurato” qualsiasi accordo per la liberazione degli ostaggi che sta ancora trattenendo a Gaza. Ma Israele ha affermato che gli attacchi di domenica notte non facevano parte del lancio di questa offensiva, ma di un’operazione per recuperare due ostaggi rapiti il 7 ottobre durante l’attacco senza precedenti dei combattenti di Hamas nel sud di Israele, il punto di partenza di questa guerra.
“Fernando Simon Marman, 60 anni, e Louis Har, 70 anni, sono stati recuperati durante un’operazione notturna a Rafah condotta congiuntamente dall’esercito israeliano, dallo Shin Beth (Sicurezza interna) e dalla polizia”, si legge in un comunicato stampa dei tre servizi.
Rapiti dal Kibbutz Nir Yitzhak il 7 ottobre, dopo essere stati liberati i due uomini sono stati portati al centro medico Sheba di Ramat Gan per i primi esami medici. “Sono in condizioni stabili”, ha dichiarato alla stampa Arnon Afek, direttore del centro. “Tre terroristi sono stati uccisi nell’edificio in cui erano detenuti”, secondo un primo rapporto dell’esercito israeliano, che in precedenza si era limitato a confermare di aver “effettuato una serie di raid contro obiettivi terroristici nel sud della Striscia di Gaza”.
Israele non rinuncia all'offensiva su Rafah
Telegiornale 11.02.2024, 20:00