Nessun paese è immune da movimenti o partiti di estrema destra. Nemmeno quelli che storicamente hanno dovuto far i conti con le loro massime derive. Ne sono la riprova i recenti fatti avvenuti Germania e in Italia, dove progetti, idee, simboli e gesti sono riemersi prepotentemente. A Postdam, in novembre, esponenti dell’Alternative für Deutschland (AfD), del Movimento identitario, imprenditori e membri dell’alta borghesia si sono incontrati per discutere di un piano per deportare fino a due milioni di persone dal paese in un’area non precisata dell’Africa del Nord. D’altronde, le espulsioni di migranti illegali è un punto del programma dell’ADF. La notizia ha provocato un terremoto nelle società tedesca.
A Roma invece, durante la commemorazione di Acca Larentia (leggi l’articolo), è stato fatto il saluto romano. Cinque persone sono state denunciate. Ma anche in altri paesi europei, pensiamo alla Spagna con Vox, il Portogallo con Chega, l’Olanda con il Partito per la libertà, queste realtà non sono fenomeni marginali. “È vero, però diciamo che il caso tedesco e quello italiano, sono diversi”, ci spiega Guido Caldiron, giornalista ed esperto sul tema, “il primo ha suscitato allarme. Sembra infatti che l’AfD stia svolgendo da anni riunioni con gruppi e confraternite neonaziste che operano soprattutto degli ex Länder della Germania dell’Est e racconta il tentativo di legarli a sé soprattutto in quei territori dove c’è presenza di movimenti neonazisti giovanili. Per quanto riguarda l’Italia, il partito di destra radicale ha una lunga tradizione nel mondo neofascista e possiede tutta una serie di filiazioni. Non dimentichiamoci che comunque Fratelli d’Italia è riconducibile alla storia del Movimento sociale italiano che nacque nel 1946 come partito di raccolta degli sconfitti del regime fascista. La banalizzazione costante del neofascismo e del fascismo che abbiamo assistito negli anni ha accompagnato un po’ l’idea che in fondo questi fenomeni sono normali”.
La fine degli anticorpi
Una “normalità” che però balza agli occhi, soprattutto in due paesi che hanno dovuto fare i conti con un’eredità storica pesante, se pensiamo al nazismo e al fascismo. Sembra quasi che nei decenni gli anticorpi per certe derive si siano indeboliti. “Da un lato sì”, continua il nostro interlocutore, “gli oltre 70 anni che ci separano da questi eventi hanno contribuito a indebolire la memoria. Ma anche qui, i casi dei due paesi sono differenti. In Germania fino ad oggi sarebbe stato inimmaginabile che un partito di estrema destra, l’AFD, potesse arrivare alla soglia del Governo, anche locale. Per l’Italia, si dice spesso, che non è mai esista una ‘Norimberga italiana’, nel senso che a differenza della Germania non c’è mai stato un vero processo al fascismo. Inoltre, si è costruita nel tempo l’immagine degli italiani comunque ‘brava gente’ che a differenza dei tedeschi non erano responsabili di molti crimini. Ci sono voluti gli ultimi presidenti della Repubblica per rivedere questa immagine, come Sergio Mattarella, che ha riconosciuto le responsabilità anche italiane nell’Olocausto”. I movimenti e i partiti di estrema destra europei seguono tutti gli stessi schemi. Si rifanno in qualche modo al passato ma devono i propri consensi e voti e la possibilità di accedere al potere nel fatto di interpretare le crisi attuali. Una tra tutte, quella legata alla migrazione.
Sostenitori dell'AfD
Il ruolo dei social media
E i social media sono i luoghi ideali per accogliere paure e preoccupazioni su temi vari e trasversali. “L’uso dei social è strettamente legato anche all’era delle fake news”, ci spiega Caldiron, “nel senso che oltre a mantenere collegamenti e creare comunità e a definire diciamo territori anche se virtuali di comunicazione tra persone, sono luoghi in cui alcune cose indicibili pubblicamente possono essere dette senza problemi, com’è il caso delle cosiddette fratellanze neonaziste in Germania, che vivono proprio una parte delle loro attività sui social”. In questi “territori” vengono così condivise specifiche visioni del mondo. “E in questi luoghi vi è una sorta di narrazione continua, che racconta di pericoli, capri espiatori e di vere e proprie bufale. Menzogne che sostituiscono la realtà e che per un numero crescente di persone sono molto più credibili di quanto viene detto sui canali tradizionali, come i giornali. In questi anni abbiamo assistito alla crescita dell’idea che esperti in quanto tali fossero sospetti. Tutti i politici populisti e di estrema destra fanno un uso importante dei social”.
Questi movimenti creano spazi di condivisione di idee, fomentano la disinformazione e non dimenticano le loro radici, parte integrante dell’identità di un popolo. Tra qualche mese si svolgeranno le elezioni europee, in quali paesi questi movimenti hanno più possibilità di emergere o consolidarsi? “Un po’ tutti”, afferma l’esperto e autore di “Estrema destra. Chi sono oggi i nuovi fascisti? Un’inchiesta esclusiva e scioccante sulle organizzazioni nere in Italia e nel mondo”, “la Polonia per esempio, ma anche la Germania, ma forse il caso ancora più emblematico è quello francese perché si assisterà, forse, al sorpasso di Emmanuel Macron da parte del Front National di Marine Le Pen”. Un passo anche verso le prossime presidenziali.