L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che condanna le violazioni dei diritti umani – provocate da arresti arbitrari, tortura, stupro e morti in detenzione – perpetrate dal Myanmar contro la minoranza musulmana dei Rohingya.
RG 12.30 del 28.12.2019 La corrispondenza di Loretta Dal Pozzo
RSI Info 28.12.2019, 13:30
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Il paese, infatti, non li considera una minoranza autoctona, bensì li ritiene dei “migranti illegali” entrati dal vicino Bangladesh, dove oggi vivono nei campi profughi circa 700'000 di loro, costretti negli ultimi tre anni a lasciare il Myanmar in quanto incalzati da una campagna militare che l’ONU ha condannato come “pulizia etnica”.
Si tratta di un nuovo duro colpo per la nazione, già sotto accusa alla Corte penale dell’Aia per genocidio. Il documento, con il quale l’Assemblea ha invitato il governo birmano a combattere qualsiasi forma di incitamento all’odio contro tutte le minoranze etniche, è stato approvato al Palazzo di Vetro di New York con 134 voti a favore sui 193 paesi rappresentati.
Le risoluzioni dell'ONU non sono vincolanti, ma riflettono generalmente l'opinione diffusa nel mondo. Secondo l'ambasciatore birmano, il documento di condanna "applica principi sui diritti umani in modo parziale e discriminatorio per poter esercitare pressione politica non richiesta sul Myanmar ".
Il bilancio dell’ONU per il 2020
Ammonta a 3,07 miliardi di dollari il bilancio adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per il nuovo anno. Il leggero aumento rispetto al 2019 (il cui budget ammontava a 2,9 miliardi), secondo i diplomatici, sarebbe dovuto alle missioni supplementari assegnate al segretariato dell’ONU, fra queste figura proprio anche la questione birmana. La cifra include per la prima volta stanziamenti comuni per finanziare il Meccanismo investigativo sui crimini commessi in Siria, nonostante l'opposizione della Russia che, durante i negoziati, ha moltiplicato gli emendamenti e le procedure per contrastare il finanziamento obbligatorio.