La Catalogna non ha più alternative: entro venerdì il suo presidente Carles Puigdemont, minacciato di destituzione e addirittura di arresto da Madrid, dovrà decidere tra la fuga in avanti e la proclamazione della “Repubblica” o un passo indietro e il ritorno alle urne per evitare un durissimo commissariamento.
Il conto alla rovescia è partito. Venerdì, salvo colpi di scena, il Senato spagnolo controllato dai Popolari del premier Mariano Rajoy darà luce verde all'attuazione dell'articolo 155 della Costituzione spagnola e ai pieni poteri al primo ministro in Catalogna per stroncare la secessione.
La voglia di libertà della Catalogna potrebbe esser punita severamente da Madrid
La Spagna vuole "una Catalogna sottomessa, diminuita, se possibile umiliata" e che "se alza troppo la voce la si castiga", ha accusato Puigdemont. Intanto sul "President" si esercitano forti pressioni affinché
non dichiari l'indipendenza giovedì davanti al Parlamento e annunci, piuttosto, elezioni in dicembre onde fermare in extremis "la scure" del 155.
Sarebbe la mossa che potrebbe fermare Mariano Rajoy, ma se così non fosse le elezioni saranno convocate da Madrid, che prenderà il controllo d’amministrazione, finanze, polizia e radio-tv catalana, destituirà il Governo regionale e lo stesso Puigdemont, che potrebbe perfino finire in manette per ribellione.
ATS/Reuters/AFP/EnCa
Catalogna, riunioni in vista del commissariamento
Telegiornale 24.10.2017, 14:30