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La Corte Suprema si esprimerà sull’immunità di Trump

L’ex presidente USA è accusato di aver interferito con le elezioni del 2020 - I giudici ascolteranno le argomentazioni alla fine di aprile e la decisione sarà probabilmente presa entro la fine di giugno

  • 28 febbraio, 23:31
  • 29 febbraio, 13:14
La Corte suprema degli Stati Uniti

La Corte suprema degli Stati Uniti

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Di: AP/ATS/RSI Info

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di ascoltare gli argomenti pro e contro l’immunità di Donald Trump nel caso che vede accusato l’ex presidente per aver voluto sovvertire le elezioni del 2020, ritardando così ulteriormente il processo federale. La Corte ascolterà le argomentazioni alla fine di aprile e la decisione sarà probabilmente presa entro la fine di giugno.

Da Washington il commento di Massimiliano Herber

Telegiornale 29.02.2024, 12:30

Si tratta della seconda volta che la Corte Suprema entra in gioco in un procedimento a carico dell’ex presidente. A inizio mese, infatti, i nove saggi hanno ascoltato le argomentazioni pro e contro l’esclusione di Trump dalle elezioni in virtù del 14esimo emendamento che la prevede in caso di “partecipazione o istigazione a un’insurrezione”. Nel caso del tycoon l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021.

In una dichiarazione non firmata, la Corte ha dichiarato che valuterà “se e in che misura un ex presidente goda dell’immunità presidenziale da azioni penali per comportamenti che si presume coinvolgano atti ufficiali durante il suo mandato”. La Corte Suprema ha già stabilito che i presidenti sono immuni da responsabilità civile per gli atti ufficiali, e gli avvocati di Trump hanno sostenuto per mesi che tale protezione dovrebbe essere estesa anche alle azioni penali.

Finora i tribunali di grado inferiore hanno respinto la nuova affermazione di Trump, secondo cui gli ex presidenti godono di immunità assoluta per le azioni che rientrano nei loro compiti ufficiali. All’inizio di febbraio, un gruppo di giudici d’appello di Washington ha stabilito che il giudice distrettuale statunitense Tanya Chutkan, che presiederà il processo per interferenza elettorale, aveva ragione a dire che il caso poteva essere portato avanti e che Trump può essere perseguito per le azioni intraprese mentre era alla Casa Bianca e nel periodo precedente al 6 gennaio 2021, quando una folla di suoi sostenitori prese d’assalto il Campidoglio degli Stati Uniti, azione che costò diversi morti e feriti.

Il caso è separato dall’esame da parte dell’Alta Corte sull’appello di Trump per rimanere sulla scheda elettorale presidenziale nonostante i tentativi di espellerlo a causa dei suoi sforzi per ribaltare l’esito elettorale dopo la sconfitta alle urne nel 2020. Durante le discussioni dell’8 febbraio, la Corte è sembrata schierarsi con Trump. La decisione potrebbe arrivare in qualsiasi momento.

Ad aprile, inoltre, l’Alta Corte ascolterà l’appello di una delle oltre 1’200 persone accusate della rivolta in Campidoglio. Il caso potrebbe mettere in discussione l’accusa che i pubblici ministeri hanno mosso contro più di 300 persone, tra cui Trump.

Il caso di interferenza elettorale del consigliere speciale Jack Smith a Washington è uno dei quattro procedimenti che Trump deve affrontare per cercare di reclamare la Casa Bianca. L’inizio del suo processo a New York è previsto per il 25 marzo in relazione al pagamento di denaro non dichiarato all’attrice porno Stormy Daniels. Trump è stato anche incriminato in Florida con l’accusa federale di aver conservato illegalmente documenti riservati nella sua tenuta di Mar-a-Lago, un caso che è stato portato avanti anche da Smith e il cui processo è previsto per maggio. È anche accusato in un tribunale statale della Georgia di aver complottato per sovvertire le elezioni del 2020. Trump ha negato di aver commesso qualsiasi illecito..

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