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NATO e Ucraina, che succede se Trump torna alla Casa Bianca?

L’intervista a Richard Grenell, tra i papabili alla Segreteria di Stato in caso di vittoria repubblicana

  • 27 febbraio, 22:25
  • 27 febbraio, 22:26

Gli elettori di Trump e la NATO

Telegiornale 27.02.2024, 20:00

Di: Massimiliano Herber – Gaspard Kühn (RSI/RTS)

Quando si parla di un possibile Trump bis, nei think tank di Washington il suo nome ricorre sempre. Anche tra il pissi pissi della diplomazia della capitale si scommette che in un ipotetico gabinetto Trump nel 2025 Richard Grenell ci sarà. Il 57enne ex ambasciatore in Germania è tra i fidatissimi dell’ex presidente e pare continuerà a esserlo: tra i candidati al ruolo di Segretario di Stato lui è in cima alla lista.

Lo incontriamo al C-PAC, ritrovo dei politici conservatori lungo il Potomac. Luogo di folklore perennemente preelettorale e di incontri con i repubblicani più ruspanti, ma pure divenuto un’imperdibile bussola per capire dove va il Partito Repubblicano nell’era Trump. Emblematico il titolo della conferenza cui è stato invitato Grenell: “Make Diplomacy Great Again”.

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Simpatizzanti texani di Trump al C-PAC

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Il punto di partenza dell’intervista concessa alla Televisione Svizzera è l’esternazione di Trump sui membri morosi della NATO e l’invito alla Russia “di fare quel che diavolo vuole”. Grenell sottolinea come quel passaggio sia stato estrapolato dai media e poi rilancia: “Non c’è nulla che indebolisca di più la NATO e la sua credibilità di quei Paesi membri che non pagano il loro contributo”.

L’uscita di Trump ha destato preoccupazione in Europa: se i membri NATO non dovessero raggiungere la quota parte, gli Stati Uniti li difenderebbero comunque? “Rigiri la domanda ai diplomatici di quei Paesi, replica: perché non pagano la quota? Non pensano di indebolire la NATO? Pagate e non ci saranno problemi”.

Già Obama nel 2015 aveva sollevato il problema dei membri dell’Alleanza atlantica che non pagavano la propria parte… “E ancor prima Bush, rilancia Grenell, ma poi non erano stati coerenti e non avevano fatto un obiettivo. Sfido qualsiasi politico europeo ad andare nel Midwest e spiegare le ragioni di questo mancato pagamento a chi paga le imposte negli Stati Uniti. Gli americani sono stanchi di ciò”.

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Ric Grenell

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Quali conseguenze per la NATO con una Presidenza Trump? “Credo che qualsiasi Paese che non investa il 2% del proprio PIL nella difesa non dovrebbe essere autorizzato a votare sull’adesione di nuovi membri”. Senza fare nomi Grenell non risparmia neppure i Paesi Bassi – tra coloro che nel 2023 non avevano raggiunto la loro quota - il cui primo ministro Mark Rutte è candidato a succedere a Stoltenberg a luglio quale Segretario generale della NATO: Non ci dovrebbe essere un Segretario Generale che proviene da un Paese che non ha pagato la propria quota. Non è giusto.”

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I contributi alla NATO

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Dalla NATO all’Ucraina il passo è breve. Perché Trump e i repubblicani alla Camera dei Rappresentanti sono riluttanti a un nuovo pacchetto di aiuti a Kyiv? “A quanto siamo arrivati? Attorno ai 150 miliardi di dollari… Denaro dei contribuenti per una guerra e non sembrano esserci piani di pace all’orizzonte. Io sono un diplomatico: c’è un sacco di gente al Pentagono che le può spiegare l’andamento della guerra, ma nessuno che parla di un negoziato di pace…”.

È questa la critica che rivolge alla Casa Bianca? Nello Studio Ovale dietro al Presidente dovrebbero esserci due persone: uno è il Segretario alla Difesa che dice “Presidente, siamo pronti, non negoziamo, abbiamo la forza militare per colpire. Ma accanto dovrebbe esserci il Segretario di Stato che gli dice: “Aspettate un attimo! Possiamo provare con le sanzioni, fare pressioni con i nostri alleati… Ci sono un sacco di cose che possiamo fare per evitare la guerra”.

Una critica all’Amministrazione Biden e ad Anthony Blinken. Trump dice che lui avrebbe risolto il conflitto tra Russia e Ucraina in 24 ore. Dando via libera a Putin? “Guardi, spiega Grenell, torniamo alle origini di questa guerra, dieci anni fa, e agli accordi di Minsk. Fu qualcosa. Oggi non si parla più di accordi simili e ritengo che Blinken abbia delle responsabilità. Non dico di fare un “Minsk 3” , ma di provare a negoziare avendo presente quel trattato”.

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Scene di devastazione a Bakhmut, nella regione di Donetsk, in una foto del 26 aprile 2023

Ritiene che a un certo punto l’Ucraina dovrà rassegnarsi a cedere parte del suo territorio occupato? “Penso che l’integrità territoriale ucraina sia estremamente importante e che sia una delle cose su cui essere intransigenti al tavolo delle trattative. Ma, certamente, l’adesione alla NATO dovrebbe essere uno degli argomenti da portare in un simile negoziato”. Di nuovo la NATO. Siamo ancora in campagna elettorale e mancano dieci mesi al 2025, ma anche parlando con Ric Grenell pare evidente come il ruolo nel mondo dell’America di Trump sia destinato a cambiare. E a Washington c’è chi spinge affinché si inizi subito.

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