L’ipotesi di un invio di truppe di terra della NATO in Ucraina, evocata da Emmanuel Macron al termine di una conferenza dell’Alleanza lunedì a Parigi, sta suscitando numerose reazioni, prime fra tutte quelle dei due Paesi direttamente interessanti: da Kiev - per bocca del consigliere alla presidenza Mykhailo Podolyak - si afferma che il presidente francese ha capito la gravità della minaccia russa, da Mosca si mette in guardia sul rischio di conflitto aperto con la NATO, che a quel punto - parole del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov - sarebbe “ineluttabile”. “Non sarebbe nell’interesse dell’Occidente”, ha sottolineato.
“Oggi non c’è consenso sull’invio di truppe di terra in modo ufficiale, scontato e approvato. Ma nella dinamica non è da escludere nulla. Faremo tutto il necessario affinché la Russia non possa vincere questa guerra”, aveva spiegato lunedì Macron. E che il consenso non ci sia appare chiaro dalle reazioni sia della NATO stessa, secondo la quale “non esiste alcun progetto” di inviare truppe da combattimento in Ucraina, sia da parte di molti Paesi membri. L’eventualità è stata negata sia da fonti della Casa Bianca che a chiarissime lettere dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. Il Governo britannico di Rishi Sunak ha pure ribadito che non c’è l’intenzione di inviare militari “su larga scala”, perché un certo numero di istruttori e consiglieri delle truppe di Kiev già si trova in Ucraina. È arrivato quindi anche il “no” di Madrid.
“È un’idea di Macron, ma quando si parla di inviare truppe bisogna essere molto prudenti perché non dobbiamo far pensare che siamo in guerra con la Russia. Noi non siamo in guerra con la Russia, difendiamo l’Ucraina”, ha spiegato dal canto suo il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani.
L’ipotesi è stata esclusa categoricamente pure dai premier polacco e ceco, Donald Tusk e Petr Fiala, prima di un incontro fra i rappresentanti del cosiddetto gruppo di Visegrad. “Non siamo pronti a farlo”, ha detto a sua volta anche il capo della diplomazia magiara Peter Szijjarto, mentre Ulf Kristersson - premier della Svezia prossima ad aderire all’Alleanza - ha dichiarato che la questione “non è di attualità”. “Sarebbe l’inizio di un conflitto globale”, ha commentato infine il presidente bulgaro Rumen Radev.
Parigi, martedì, si è trovata così a precisare che “non si supererebbe la soglia di belligeranza” e che le missioni sarebbero specifiche come lo “sminamento”, il settore “cyber” e la “produzione di armi in loco”.
L’opposizione francese insorge
Ma soprattutto, Macron ha suscitato un putiferio sul piano interno, dove le opposizioni da destra a sinistra sono unanimi nel criticare il presidente e chiedere un dibattito in Parlamento. La guerra alla Russia sarebbe “una follia”, ha dichiarato il leader della France Insoumise Jean-Luc Mélenchon, già ostile al sostegno militare fin qui accordato a Kiev. “Una spirale verbale bellicosa di una potenza nucleare contro un’altra potenza nucleare è un atto irresponsabile”, denuncia l’ex candidato alla presidenza. “Non se ci si rende conto della gravità della situazione”, ha aggiunto Marine Le Pen del Rassemblement National. E reazioni analoghe sono giunte anche da praticamente tutti gli altri partiti.
Truppe occidentali in Ucraina, le reazioni all'idea di Macron
SEIDISERA 27.02.2024, 18:25
RG 12.30 del 27.02.2024 La corrispondenza di Annalisa Cappellini
RSI Info 27.02.2024, 14:34