La SPD ha vinto di un soffio le elezioni legislative tedesche. Stando ai risultati praticamente definitivi i socialdemocratici di Olaf Scholz sono diventati il partito più forte della Germania nella tornata elettorale svoltasi ieri, domenica. La Coalizione CDU/CSU, guidata da Armin Laschet, è crollata ai minimi storici dopo 16 anni di Governo della cancelliera Angela Merkel. Malgrado i risultati sia Scholz che Laschet hanno rivendicato la volontà di formare un nuovo Esecutivo puntando a coalizioni con Verdi e Liberali. Ma il futuro politico della Germania, lunedì, rimane ancora tutto da decidere.
Infatti, stando alle cifre diffuse lunedì mattina dalla Commissione elettorale, i socialdemocratici dell'SPD, oltre a segnare la fine dell’era Merkel si sono aggiudicati il 25,7% dei suffragi, mentre il campo conservatore della cancelliera uscente (CDU-CSU) ha racimolato il 24,1% dei voti, il peggior risultato della sua storia. Al terzo posto arrivano i Verdi con il 14,8% seguiti dai Liberali dell’FPD che si attestano all’11,5%. Come detto i due maggiori schieramenti stanno già pensando ad alleanze per potere istituire il nuovo Governo. Ma sarà solo quando verrà trovata una maggioranza che i deputati al Bundestag potranno decidere chi guiderà la cancelleria, visto che il premier viene nominato dai parlamentari e non eletto direttamente dal popolo.
RG 07.00 del 27.09.2021 L'analisi di Walter Rauhe
RSI Info 27.09.2021, 09:39
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Sulla base delle percentuali raccolte dai vari schieramenti politici, considerato anche l’aumento di 137 deputati rispetto a quattro anni or sono con un totale di 735 eletti, alla SPD vanno 206 scranni che potrebbero unirsi, in caso di coalizione a tre, con i 118 dei Verdi e i 92 dei Liberali, permettendo quindi a Scholz di potere formare il nuovo Governo. Una soluzione che godrebbe del favore degli elettori, stando a un sondaggio realizzato nella notte tra domenica e lunedì. In alternativa potrebbe essere ancora la CDU/CSU a governare grazie ai suoi 196 seggi e sempre in compagnia di Verdi e Liberali. Una soluzione a tre e non a due - come non si vede da molti anni - è inevitabile alla luce dei numeri.
Obiettivo di Scholz e Laschet è la formazione il prima possibile del nuovo Esecutivo, possibilmente, entro la fine dell’anno. Nel 2022 la Germania guiderà infatti il G7. I due partiti giunti terzi e quarti secondo il capo dei Liberali Christian Lindner dovrebbero iniziare discussioni tra di loro prima di decidere eventuali alleanze.
Infine da segnalare che l’Alternative für Deutschland (AfD), partito di estrema destra finora al terzo posto a livello federale, perde un paio di punti percentuali attestandosi al 10,3% ma è il maggior gruppo politico in Turingia e Sassonia. Nel Bundestag scende a 83 seggi (ne aveva 94). Débâcle anche per l’estrema sinistra della Linke che raccoglie solo il 4,9% dei voti (quattro anni fa era al 9,2%) aggiudicandosi 39 seggi (circa la metà di quanti ne aveva nella precedente legislatura e solo grazie a un particolare meccanismo previsto dalla legge elettorale visto che non è stata superata la soglia di sbarramento del 5%). Il Südschleswigsche Wählerverband (Associazione degli elettori dello Schleswig meridionale), come partito della minoranza danese esente dallo scoglio del 5%, entra nel Bundestag con un deputato. L'affluenza alle urne è stata del 76,6%, simile a quella delle ultime elezioni (76,2).
ATS/ANSA/AFP/Reuters/Swing