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La Thailandia va alle urne

Il governo militare thailandese affronta la sua più grande sfida: il verdetto delle urne, domenica prossima

  • 22 marzo 2019, 15:32
  • 26 giugno 2023, 11:56

Domenica elettorale in Thailandia

RSI/Loretta Dalpozzo 22.03.2019, 15:23

È difficile decifrare il sentimento, che domina nelle strade di Bangkok. Il voto di domenica sancisce il ritorno alla democrazia, dopo il colpo di Stato, che nel 2014 mise fine a un decennio di tensioni e scontri, anche violenti, fra le camicie rosse, seguaci dell’ex premier Thaksin Shinawatra, per lo più provenienti dalla Thailandia rurale, e le camicie gialle, leali alla monarchia, di cui l’esercito si dice protettore.

Da una parte c’è attesa e sollievo: il popolo può finalmente far sentire la propria voce. Dall’altra c’è il timore che di fronte a possibili irregolarità, i rivali di sempre possano tornare a protestare nelle strade della capitale Bangkok.

Il governo militare ha infatti modificato il sistema elettorale e la costituzione per evitare che il principale partito di opposizione, il Phue Thai, vicino a Thaksin, deposto da un colpo di Stato nel 2006, possa vincere con una maggioranza schiacciante, come è accaduto in passato.

Sono ancora molti gli indecisi, forse timorosi di esprimere apertamente la propria preferenza, visto il pugno di ferro che il governo militare ha usato contro il dissenso negli ultimi 5 anni.

La giunta teme la rabbia e la frustrazione del popolo e sa che gli occhi della comunità internazionale sono sulla sua capacità di mantenere le promesse e restaurare il processo democratico necessario anche per rilanciare un’economia stagnante, che ha creato il maggiore divario tra ricchi e poveri del mondo, secondo un recente studio di Credit Suisse.

Loretta Dalpozzo

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