Con l'acronimo BRICS si intende il gruppo di cinque grandi Paesi emergenti composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Nel 2001 i primi quattro venivano inizialmente chiamati "BRIC", ovvero le economie in più rapida crescita che avrebbero collettivamente dominato l'economia globale entro il 2050. Il termine è stato coniato dall'economista britannico Goldman Sachs Jim O'Neill. Il Sudafrica è stato aggiunto nel 2010.
"Sono un gruppo di Paesi di cosiddetta "recente industrializzazione", anche se tenendo conto che la sigla ha ormai una ventina d'anni, qualche cosa è cambiato - spiega Stefano Grazioli, giornalista esperto di spazio postsovietico - L'acronimo arriva dall'ambiente economico, è più che altro una definizione, non si tratta di un'alleanza o di un'organizzazione, tant'è vero che ci sono altre varianti oltre alla classica, come BRIICS (con l'Indonesia) oppure BRIKT, dove al posto di Cina e Sudafrica, ci sono Corea e Turchia".
Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica non sono quindi raggruppati in una vera e propria organizzazione intergovernativa. Il gruppo però grazie alla sua forte crescita economica e demografica è stato comunque identificato come possibile contraltare ai Paesi del mondo occidentale industrializzato, ovvero l'Unione Europea e al G7, anche se in questo caso si tratta di organizzazioni vere e proprie.
I Paesi BRICS occupano infatti un posto sempre più importante nell'economia mondiale. In termini di PIL a parità di potere d'acquisto, la Cina è l'economia più grande, l'India è terza, la Russia sesta e il Brasile ottavo. Insieme rappresentano il 31,5% del PIL mondiale a parità di potere d'acquisto, mentre la quota del G7 è scesa al 30%.
Le differenze
Anche se a partire dal 2009 sono diventati un blocco geopolitico più coeso, con i loro Governi che si riuniscono annualmente in vertici formali, questi Paesi paradossalmente non sono alleati tra di loro.
"BRICS è solo una sigla simbolica e non ha nessuna importanza - continua Grazioli - sono importanti però le relazioni tra questi Paesi, soprattutto tra Cina, Russia e India, e il peso che hanno sulla scacchiera euroasiatica, visto che in questo momento di ridefinizione dei nuovi equilibri mondiali accelerata dall'invasione russa dell'Ucraina paiono schierate tutte dallo stesso lato".
Da una parte ci sono il Sudafrica e il Brasile che rimangono legati agli Stati Uniti e dell'altra la Cina e la Russia, note per la facilità con cui entrambe sfidano apertamente gli USA, cercando di imporre un nuovo equilibrio mondiale.
L'India dopo l'invasione russa dell'Ucraina si è astenuta su una risoluzione dell'ONU che condannava l'attacco di Mosca a Kiev, rimanendo in una posizione piuttosto ambigua.
Il club dei paesi emergenti è sicuramente pieno di contraddizioni, a cominciare dal fatto che comprende anche la Russia, bersagliata dalle sanzioni e con un presidente incriminato dalla Corte penale internazionale. Questo complicherà l'organizzazione del prossimo vertice dell'organizzazione, che si terrà in Sudafrica.
I punti in comune
I BRICS vogliono distaccarsi e allontanarsi dal sistema economico occidentale. In occasione del summit svoltosi a Pechino nel 2022, è stato annunciato che i Paesi membri si stanno preparando a creare una valuta di riserva internazionale. La corsa all’oro in atto delle grandi banche centrali, soprattutto di Russia e Cina, conferma la volontà di staccarsi dal dollaro come mezzo internazionale di scambi.
I due strumenti più importanti creati dal gruppo sono la Nuova Banca di Sviluppo (NBS) e il Contingent Reserve Arrangement (CRA). Il primo ha l'obiettivo di finanziare diversi progetti di sviluppo ed è considerato una possibile alternativa alla Banca Mondiale.
La Nuova Banca di Sviluppo
Il secondo potrebbe diventare un fondo alternativo al Fondo Monetario Internazionale, ma l’assenza di una strategia solida da parte dei BRICS ha impedito al CRA di decollare.
Lula a Pechino rilancia l'alleanza
Il Brasile è "tornato" sulla scena internazionale, ha dichiarato giovedì il presidente Luiz Inacio Lula da Silva nel primo giorno della sua visita di Stato in Cina. Il conflitto in Ucraina sarà all'ordine del giorno. Il presidente brasiliano si è infatti proposto come mediatore per raggiungere la pace. Lula ha inoltre sviluppato un'idea in particolare, che riguarda la Cina ma non solo: mettere fine al dominio del dollaro nel campo della finanza mondiale, rilanciando i progetti dei BRICS.
RG 07.00 del 13.04.2023 La corrispondenza di Lorenzo Lamperti
RSI Info 13.04.2023, 11:17
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