Presunti reati commessi da Donald Trump sono oggetto di un’inchiesta a New York. Lo ha rivelato mercoledì durante la sua testimonianza al Congresso il suo ex-avvocato Michael Cohen, che a breve inizierà a scontare una condanna a tre anni di carcere. Ma come giudicare la deposizione alla Camera? Il nostro corrispondente negli Stati Uniti Emiliano Bos lo ha chiesto a Richard Painter, professore di diritto e già capo dell’Ufficio Etico della Casa Bianca durante l’Amministrazione repubblicana di George W. Bush.
Partiamo da Michael Cohen: secondo i repubblicani non è credibile perché è già stato condannato per aver mentito al Congresso. Secondo lei?
Sugli argomenti di cui ha testimoniato, ritengo abbia molta credibilità. Andrà in prigione per il pagamento a una porno-star, per evitare che rivelasse una relazione sessuale con Trump prima delle presidenziali del 2016. Questa è una violazione della legge elettorale. Ci vuole più di una persona per commettere questo crimine. Cohen non l’ha fatto da solo, ma Trump – che era candidato – lo sapeva.
Lei ha l’impressione che l’allora candidato Trump abbia commesso un reato?
I pagamenti sono stati compiuti da Cohen a nome di Donald Trump. Trump ne era consapevole ed è parte di questa cospirazione. Non posso credere che Cohen vada in carcere mentre Trump eviti la prigione e non paghi alcuna conseguenza. Non so se verrà incriminato, perché nessun presidente in carica lo è mai stato per aver commesso un reato.
Cohen ha citato anche altre inchieste. Quanto rischia di essere davvero incriminato il presidente degli Stati Uniti?
Siamo di fronte a un'esposizione legale seria su più fronti per lui. A partire dalla sua organizzazione - la Trump Organization - su cui sta indagando la Procura Federale di New York in relazione a fatti avvenuti già prima di diventare candidato presidente. Poi c’è la sua campagna elettorale, con il pagamento alla porno-star e la violazione della normativa di cui abbiamo parlato e di cui Trump sembra essere complice. E infine c’è l’inchiesta di Robert Muller sulle interferenze della Russia. La situazione legale del presidente Trump in questo momento è pessima.
A ciò si aggiunge anche la mancanza di trasparenza: Trump non ha mai voluto rilasciare la sua dichiarazione delle imposte, come ha ricordato Cohen nella sua deposizione. Nasconde qualcosa?
È il primo presidente che si rifiuta di renderla pubblica. Appare abbastanza evidente che stia occultando qualcosa. Possiamo solo avanzare ipotesi: un pagamento da parte dei russi o qualche frode fiscale. Nel 2016 ha usato la scusa di un accertamento fiscale in corso. Tre anni dopo non ha ancora reso pubblico nulla, ma ora apprendiamo che questo accertamento non sembra essere avvenuto.
Lei ha guidato l’ufficio etico della Casa Bianca, è un esperto di diritto. Vista la condotta di Trump non solo etica ma anche sul piano giudiziario, i democratici chiederanno l’impeachment?
I democratici indagheranno di sicuro in modo molto aggressivo. C’è molto da investigare. Ci sono prove abbastanza chiare di reati da parte di Trump e dei suoi collaboratori. I democratici però non vogliono chiedere l’impeachment né rimuoverlo dalla Casa Bianca perché diventerebbe presidente l’attuale vice, Mike Pence. Alle presidenziali del 2020 i democratici preferiscono sfidare Trump, con i suoi strascichi giudiziari e le possibili incriminazioni, che Mike Pence.
Cohen contro Trump
Telegiornale 28.02.2019, 21:00