Mondo

La tecnologia al servizio di dio

Il Vaticano ha organizzato i primi hackathon per trovare soluzioni alle grandi sfide care a Papa Francesco

  • 11 marzo 2018, 19:30
  • Ieri, 02:15
Un Papa che non teme la tecnologia

Un Papa che non teme la tecnologia

  • Keystone

Il mondo cambia e con esso la Chiesa che sta cercando modalità al passo con i tempi per rispondere alle grandi sfide della contemporaneità. Da venerdì a domenica il Vaticano ha ospitato il primo hackathon, un raduno al quale prendono parte team di esperti di diversi settori dell’informatica (sviluppatori di software, programmatori, grafici, project manager, eccetera) che, affrontandosi in competizione, cercano soluzioni ai più disparati problemi grazie alla tecnologia.

La prima edizione dei VHacks (V per Vatican, Hacks per programmare in modo efficace e creativo anche se grezzo) si è concentrata alcuni dei temi più cari a Papa Francesco che ha incoraggiato l’iniziativa: favorire inclusione sociale, stimolare il dialogo interreligioso, migliorare l'utilizzo delle risorse disponibili per i migranti e incoraggiare la solidarietà nei confronti dei poveri. Organizzatrici: Optic humana tecnologia, la Segreteria per la comunicazione.

Lavorando insieme, gli esperti di tutte le fedi e le etnie, hanno impegnato intelletto e credo, amore e tecnica, per vincere la sfida di mettere la scienza e la tecnologia a servizio di chi ha bisogno. Una maratona informatica di 36 ore con l'obiettivo più alto: dare una risposta attuale alle sfide del mondo odierno.

"Sarebbe meraviglioso se la crescita dell'innovazione scientifica e tecnologica venisse accompagnata da più uguaglianza e inclusione sociale", recita l'augurio rivolto dal pontefice ai protagonisti dei primi VHacks.

Diem

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