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La visione turistica di Kim Jong-un

Il leader ha visitato una zona alberghiera in fase di sviluppo lungo la costa orientale del Paese - Ma come potrà crescere il settore con le regole stringenti in vigore?

  • 1 gennaio, 17:05
  • 2 gennaio, 16:29
Corea del Nord e strutture turistiche

Kim Jong-un con la figlia in visita nelle strutture turistiche di Myongsasimni

  • KCNA
Di: Lorenzo Lamperti (da Taiwan) 

Si chiama Kalma, vanta la “spettacolare” spiaggia sabbiosa di Myongsasimni ed è dotata di strutture di servizio di “alto livello”. Piccolo particolare: si trova in Corea del Nord. Già, il cosiddetto “regno eremita” apre le sue porte al mondo e sogna l’arrivo dei turisti internazionali. Kim Jong-un ha concluso il suo 2024 ispezionando una nuova zona turistica in fase di sviluppo lungo la costa orientale del Paese. Una visita raccontata in pompa magna dai media di regime. L’agenzia di stampa statale Korean Central News Agency (KCNA) ha definito il progetto il “primo grande passo” per far progredire il turismo della Corea del Nord.

Il leader supremo si è fatto fotografare in compagnia della figlia dodicenne Kim Ju-ae mentre ispezionava con attenzione gli hotel e le altre strutture di servizio appena completati. L’area turistica è in fase di sviluppo dal 2014 come parte di un programma deciso a sfruttare a fini turistici la spiaggia sabbiosa di Myongsasimni sulla penisola di Kalma. Proprio su quella spiaggia, Kim si è fatto fotografare mentre camminava porgendo il braccio alla figlia, presenza ormai fissa delle sue ispezioni. Certo, in questo caso un’immagine più rassicurante rispetto a quella ricorrente delle visite ai siti militari oppure della supervisione di test balistici e missilistici.

Dopo un lungo rallentamento causato dalla pandemia di Covid-19, che ha sigillato ulteriormente la già blindata frontiera nordcoreana, è arrivata l’accelerazione. Secondo il resoconto della KCNA, Kim ha espresso “grande soddisfazione” sullo stato delle strutture, che potrebbero essere utilizzate per importanti eventi statali esterni, politici e culturali. Il messaggio non è banale: Kim potrebbe ospitare proprio qui importanti ospiti internazionali. Il pensiero va subito a Vladimir Putin, il presidente russo con cui il leader supremo nordcoreano ha firmato lo scorso settembre un trattato di mutua difesa in un incontro a Pyongyang. L’area dovrebbe aprire i battenti già il prossimo giugno, pronta per la stagione estiva.

Lo sviluppo dell’industria turistica “aprirà un nuovo regno della costruzione culturale socialista e creerà un’altra forza motrice per promuovere il ringiovanimento regionale e la crescita economica nazionale”, ha detto Kim. La Corea del Nord vuole rivolgersi al turismo come mezzo per guadagnare valuta estera, visto che la sua industria turistica è una delle poche a non essere soggetta a sanzioni internazionali. Già negli scorsi mesi sono state riaperte le porte proprio ai turisti russi, a testimonianza del grande rafforzamento dei rapporti bilaterali.

Un gruppo di circa 100 persone è arrivato a Pyongyang a febbraio, il primo gruppo di turisti stranieri in visita da quando sono state abolite le restrizioni al confine nell’agosto 2023, e si è recato in una stazione sciistica vicino a Wonsan. Ma, ipoteticamente, spera di ricevere anche cittadini di altri Paesi, compresi quelli occidentali. Almeno due operatori con sede in Cina hanno annunciato che i turisti potranno presto visitare la città montuosa di Samjiyon, nel nord del Paese. Non si tratta di una scelta a caso, visto che negli ultimi anni è stata destinataria di diversi investimenti.

A luglio, Kim ha rivelato i piani per la ricostruzione dell’aeroporto, la conversione di una base sciistica militare in un resort e la costruzione di nuove ferrovie e alberghi per i turisti stranieri. Anche Pyongyang e ovviamente Kalma dovrebbero essere aperte ai turisti provenienti da qualsiasi Paese, con l’eccezione della rivale Corea del Sud. Difficilmente ci saranno cittadini statunitensi, visto che Washington vieta di recarsi in Corea del Nord.

Una stima del 2019 indicava che fino a 120’000 turisti cinesi avevano visitato la Corea del Nord nell’anno precedente, rispetto a meno di 5’000 provenienti dai Paesi occidentali. L’ingresso nel “regno eremita” è fin qui avvenuto soprattutto su terra via ferrovia dal territorio cinese. Una volta all’interno della Corea del Nord, si seguono prevalentemente tour organizzati con itinerari precisi che riducono al minimo le interazioni coi cittadini locali. I turisti stranieri si ritrovano spesso in sontuosi hotel o grandi ristoranti che diverse volte sono mezzi vuoti.

Ora Kim ha deciso di provare a riorganizzare il settore turistico, lanciando resort e aeroporti. Resta però complicato immaginare un vero sviluppo internazionale con regole così stringenti. Chi non mostra rispetto verso il culto della dinastia Kim rischia grosso. Celebre il caso di Otto Warmbier, studente universitario americano arrestato nel 2016 con l’accusa di sovversione per aver tentato di rubare un poster di propaganda dal suo hotel. Dopo la condanna a 15 anni di reclusione con lavori forzati, è stato infine liberato nel giugno 2017 dopo 17 mesi di prigionia, ma in stato comatoso a causa di una grave lesione neurologica di causa ignota.

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