“Quando parla con Putin non parla con un dirigente, ma con il suo banchiere”, lancia Emmanuel Macron parlando del prestito che il partito di Marine Le Pen ha ricevuto da una banca russa.
“È tutto falso, io sono una donna libera” risponde l’interessata “e anche dopo l’annessione della Crimea mi sembra che lei abbia ricevuto Putin in grande pompa a Versailles e senza problemi”.
Non erano passati che pochi minuti, e i due candidati alla presidenziale francese si stavano già lanciando cordiali bordate seduti faccia a faccia -a pochissima distanza- nel centro del grande studio di France2.
Guerra in Ucraina, potere d’acquisto, Unione europea, clima, rinnovabili, immigrazione, Macron e Le Pen hanno dibattuto provando a spiegare i loro punti di vista con in testa quel 26% di astenuti -quasi 13 milioni di francesi- e quei votanti rimasti orfani dei candidati fermatisi al primo turno.
Macron-Le Pen, i dibattiti del passato
Telegiornale 20.04.2022, 22:00
La Le Pen è sembrata più preparata che 5 anni fa -quando si fece distruggere- ma arrivato il momento di argomentare o citare dati, è rimasta titubante e approssimativa rispetto al presidente uscente, preciso, invece, fino al dettaglio, alla noia e alla supponenza.
Macron ha difeso un progetto pro-europeo, centrato sull’asse franco-tedesco, un modello energetico che crede nel mix nucleare/rinnovabili e in uno stato laico ma fraterno dove le religioni coesistono nello spazio pubblico.
Marine Le Pen si è fatta portavoce della Francia che si allontana dalla UE per recuperare sovranità, introduce un referendum per limitare l’immigrazione, indurisce le pene, proibisce il velo islamico in pubblico garantisce prezzi moderati dell’energia.
Alla fine, ognuno ha parlato ai suoi elettori, senza grandi sorprese. Macron doveva sembrare il più rispettoso possibile per sgonfiare il “tout sauf Macron” il partito di francesi che lo rifiuta, se non detesta. Non ci è riuscito, ha brillato per la tecnicità delle spiegazioni, ma è sembrato un professore arrogante.
La scommessa della Le Pen era di sembrare il più presidenziale possibile, ha migliorato la performance di 5 anni fa, ma non è ancora al livello di Macron, mentre ha confermato la sua immagine di persona vicina e comprensiva.
Nessuno ha sbagliato troppo, nessuno ha brillato davvero, pregi e difetti dei due candidati sembrano uscire rinforzati. Domenica spetterà alle urne decidere.
RG 07.00 del 21.04.21 - La corrispondenza di Alessandro Grandesso
RSI Info 21.04.2022, 16:35
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RG 12.30 del 21.04.22 - L'intervista di Chiara Savi ad Astrid De Villaines, responsabile delle pagina politica dell'Huffington Post in Francia
RSI Info 21.04.2022, 16:31
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