Il confronto finale fra Emmanuel Macron e Marine Le Pen, nella corsa all'Eliseo, potrebbe consumarsi nel segno della previdenza sociale. È quanto ritiene il politologo Paolo Modugno, docente e ricercatore all'Istituto di studi politici di Parigi. La questione delle pensioni, ha ricordato ai microfoni della RSI, è attualmente molto importante e dibattuta in Francia. "Macron vuole alzare l'età pensionabile a 65 anni", mentre "Le Pen vuole metterla a 60 anni". Quindi l'avversaria di Macron "probabilmente cercherà di trasformare questa elezione in un referendum; cercherà di buttarla molto sulla parte sociale", conclude l'esperto di Sciences-Po.
E sullo sfondo di questo richiamo alla socialità, una parte dell'elettorato di Jean-Luc Mélenchon - esponente della sinistra radicale battuto al primo turno, ma con quasi il 22% delle preferenze - potrebbe quindi essere sedotto dalle posizioni di Le Pen. Quanto è concreta questa possibilità? Stando ad alcuni sondaggi effettuati all'uscita dai seggi, osserva Modugno, "solo un terzo degli elettori di Mélenchon dovrebbero votare per Macron" al secondo turno. Un altro terzo si asterrebbe, ma un altro terzo ancora voterebbe in effetti per la candidata del Rassemblement National.
Anche quest'aspetto concorre al quadro d'incertezza che si staglia sugli esiti del secondo turno delle presidenziali. Ieri, domenica, sono stati resi noti in proposito i risultati di due sondaggi: il primo prevede la vittoria di Macron su Le Pen, con il 54% delle preferenze contro il 46% dell'avversaria; l'altro sondaggio preconizza però una vittoria del presidente uscente con appena il 51% dei suffragi, quindi anche nell'ordine del margine d'errore contemplato dai sondaggi.