Il dibattito doveva servire per trovare il giusto compromesso tra gli studenti di Sciences Po di Parigi, e la direzione che però alla fine ha deciso di tenere chiuse stamane le principali sedi nella capitale, ed evitare una nuova occupazione dopo quella di una settimana fa. Insomma, è sfumato il confronto che ieri avrebbe dovuto disinnescare almeno in parte la mobilitazione studentesca in favore della Palestina, che da settimane perturba lo svolgimento delle lezioni della prestigiosa scuola di alti studi politici. La protesta sta dilagando nel resto del Paese, provocando nuove polemiche.
In realtà, già da giorni la destra conservatrice accusa la direzione di Sciences Po di aver ceduto alle pressioni di una “minoranza di studenti manipolati dalla sinistra radicale de La France Insoumise”, il partito di Jean Luc Mélenchon. Più drastico ancora il presidente dei Repubblicani, Eric Ciotti, che accusa i vertici di Sciences Po di dare “carta bianca alle rivendicazioni antisemite” degli universitari. Un riferimento alla scelta di sospendere i provvedimenti disciplinari decisi la scorsa settimana come premessa all’incontro di ieri, arenatosi di fronte alla richiesta degli studenti di creare un gruppo di lavoro ed esaminare le collaborazioni con università e istituzioni vicine a Israele.
Richiesta respinta con fermezza anche dalla ministra dell’Insegnamento superiore, Sylvie Retaillau, in linea con la posizione del premier Gabriel Attal, categorico nel condannare il blocco della scuola d’élite, alle prese con “una lenta deriva”. Nel frattempo, la presidente della regione parigina dell’Ile-de-France, la repubblicana Valérie Pécresse, ha sospeso la sovvenzione di un milione di euro destinata a Science Po, perché “una minoranza di radicalizzati che promuovo l’odio antisemita, strumentalizzati da La France Insoumise e dai loro alleati islamo-gauchistes non possono dettar legge al resto della comunità educativa”.
Ma la protesta pro-palestinese sta allargandosi nel Paese. E non solo nelle sedi distaccate di Sciences Po, come a Menton, rimasta chiusa ieri come a Lilla, dove le forze dell’ordine hanno fatto uso di lacrimogeni per allontanare i manifestanti, che poi hanno bloccato la sede della Scuola di giornalismo. Stamattina, la polizia è intervenuta per impedire l’occupazione di Sciences Po a Lione, mentre lunedì, a Parigi, è stato sgomberato un accampamento allestito da universitari davanti alla sede storica della Sorbona, nel quartiere latino.
Oltre 2'000 arresti negli Stati Uniti
Telegiornale 03.05.2024, 12:30