Carri armati, cannoni e munizioni svizzeri devono poter essere riesportati a condizioni rigorose. La Commissione per la politica di sicurezza del Consiglio nazionale ha adottato martedì un leggero allentamento leggero della legge sul materiale bellico. I Paesi acquirenti devono attualmente firmare una dichiarazione di non riesportazione. Dovranno farlo anche in futuro. Tuttavia, il Consiglio federale potrebbe decidere di limitare eccezionalmente questo obbligo a cinque anni, a determinate condizioni. In particolare, la riesportazione dovrebbe essere possibile quando un Paese esercito il suo diritto all'autodifesa.
Con 13 voti contro 12, la Commissione ha però anche deciso di mantenere la sua iniziativa parlamentare "Lex Ukraine", che intende far decadere le dichiarazione di non riesportazione, qualora il materiale bellico sia destinato all'Ucraina nel contesto dell'attuale conflitto con la Russia. Il 3 febbraio scorso, la Commissione omologa del Consiglio degli Stati aveva rifiutato di sostenere la proposta. Una minoranza ritiene che la riesportazione di armi svizzere verso l'Ucraina possa rivelarsi problematica per la neutralità. La Svizzera - ritiene - dispone di altri strumenti più efficaci per aiutare la popolazione ucraina, per esempio la fornitura di aiuti umanitari.
L'iniziativa sarà ora dibattuta dal Consiglio Nazionale durante la sessione speciale o durante la sessione estiva del 2023.
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