Il killer di Liegi era schedato dalla sicurezza di Stato dal 2017 in quanto sospettato di radicalizzazione. Lo ha riferito la televisione belga RTBF. Il 31enne, originario di Rochefort, secondo quanto precisato dalla Procura, aveva un permesso di uscita dalla prigione.
"L’uomo aveva già beneficiato di 13 autorizzazioni senza problemi ed era quindi difficile immaginare che sarebbe successo qualcosa”, ha affermato il ministro della giustizia Koen Geens, aggiungendo che era in carcere dal 2003 e che sarebbe dovuto uscire di prigione nel 2020, motivo per cui stava preparando il suo reinserimento.
"L'obiettivo dell'assassino era attaccare la polizia", ha detto il capo della polizia locale Christian Beaupère, aggiungendo che l'intenzione non era di assaltare la scuola "ma colpire le forze dell’ordine, le istituzioni e lo Stato belga".
Le due agenti uccise avevano 53 e 45 anni, una mamma di due gemelle di 13 anni già orfane di padre e l'altra madre di un ragazzo di 25 anni. La terza vittima è uno studente di 22 anni, che si sarebbe dovuto diplomare tra qualche settimana.
ATS/AnP