Il più vasto degli incendi che da settimane stanno divorando la taiga nella regione della Sakha-Jacuzia, che da sola ha una superficie nove volte maggiore della Germania, potrebbe presto diventare il più grande rogo nella storia documentata del pianeta. A dirlo al Moscow Times è Alexey Yaroshenko di Greenpeace Russia.
Già si espande su 1,5 milioni di ettari di territorio, su un totale di 15 milioni di ettari bruciati nel corso della ciclica stagione degli incendi, che è già la più grave in Russia dopo quella del 2012. A titolo di paragone il Dixie Fire, che da pochi giorni è diventato il secondo peggiore negli annali californiani divorando anche 550 abitazioni e la città di Greenville, è sette volte più piccolo. Tutti i 586 focolai greci che dal 29 luglio hanno causato una catastrofe senza precedenti in terra ellenica, se sommati, arrivano "appena" a 107'000 ettari di boschi e uliveti finiti in cenere.
Il fumo rende l'aria irrespirabile a Yakutsk
Secondo Yaroshenko, "è impossibile contenere il fuoco attraverso gli sforzi umani: i vigili del fuoco dovrebbero spegnere le fiamme su una linea lunga 2'000 chilometri". I roghi siberiani attivi sono decine, molti dei quali ignorati dalle autorità, autorizzate a comportarsi in questo modo quando le fiamme sono in aree discoste dove il costo di un intervento supererebbe i possibili danni.
Il fumo sulla Sakha-Jacuzia mostrato dal satellite europeo Copernicus
Il fumo tuttavia ha invaso città e villaggi, arrivando, come ha riferito la NASA, fino al Polo Nord distante 3'000 chilometri. A protezione della salute pubblica, in undici distretti e città, compresa la capitale regionale Iakutsk dove l'aeroporto è chiuso per scarsa visibilità, venerdì è stato dichiarato giorno festivo.
Ancora incendi in Europa
Telegiornale 12.08.2021, 14:30