Londra fornirà a Kiev munizioni anticarro perforanti all'uranio impoverito, una rivelazione che ha scatenato l'ira di Mosca e infiammato le tensioni internazionali. La decisione del Governo britannico è stata annunciata lunedì dalla viceministra della Difesa britannica Annabel Goldie durante un'audizione di secondaria importanza alla Camera dei Lord ed è passata del tutto sotto silenzio finché non è rimbalzata sui media ucraini.
Non è però sfuggita al presidente russo Vladimir Putin, che parlando accanto al leader cinese Xi Jinping a Mosca ha promesso che la Russia "reagirà" se Londra dovesse davvero inviare questo tipo di forniture. Mentre secondo il ministro della Difesa Sergei Shoigu, con le dichiarazioni del Regno Unito lo scontro nucleare è ormai "a un passo".
Londra conferma l'invio di proiettili all'uranio
Dal canto suo il ministero britannico ha confermato che invierà proiettili all'uranio impoverito in Ucraina, aggiungendo che l'esercito britannico ha utilizzato il materiale nei suoi proiettili "per decenni". "È un componente standard e non ha nulla a che fare con armi o capacità nucleari", ha dichiarato il ministero in una nota. "La Russia lo sa, ma sta deliberatamente cercando di disinformare".
L'esperto: "Mossa sbagliata, rischio escalation"
Secondo l'esperto Domenico Leggiero dell'Osservatorio Militare, però, la decisione di Londra "è una mossa profondamente sbagliata, che autorizza la Russia ad usare ogni tipo di armamento, anche quello nucleare a medio raggio. Così si mette a repentaglio la sicurezza europea e si rischia un'escalation".
"Dove cadono i proiettili all'uranio non si può più vivere"
"I russi - ricorda Leggiero - sono particolarmente sensibili a questo tema. Loro non hanno mai utilizzato proiettili all'uranio; hanno usato altre armi non convenzionali, come il fosforo bianco che però non permane nel tempo e non intossica un intero territorio dove non si potrà più vivere come è accaduto in zone dell'ex Jugoslavia dove è stato utilizzato questo tipo di armamento". "Gli inglesi - è l'invito del responsabile dell'Osservatorio, da anni attivo nell'assistenza legale ai militari venuti a contatto con l'uranio impoverito durante le missioni all'estero - farebbero bene a rivalutare la loro posizione ed a tornare sui propri passi".
Le polemiche sulla legalità in scenari di guerra passati, dall'ex Jugoslavia all'Iraq
Oggetto delle tensioni sono i proiettili Charm 1 e Charm 3, usati come munizioni per i cannoni da 120 millimetri montati su alcuni tank dell'esercito inglese, promessi a Kiev dal governo di Rishi Sunak. Replicando ad un'interrogazione presentata dall'ultranovantenne lord Hylton, la baronessa Goldie ha rivendicato seccamente che "assieme a uno squadrone di carri armati pesanti da combattimento Challenger 2, manderemo anche le relative munizioni: inclusi proiettili perforanti che contengono uranio impoverito", da tempo al centro delle polemiche sulla legalità del loro utilizzo in scenari di guerra passati, dall'ex Jugoslavia all'Iraq.
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Lavrov: "L'Occidente sta cominciando a usare armi con elementi nucleari"
Interpellato sulla faccenda, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha minacciato che se la Gran Bretagna fornirà tali munizioni, "non c'è dubbio che finirà male" per Londra. In ogni caso "non sarei sorpreso da nulla, perché hanno completamente perso il senso dell'orientamento riguardo alle loro azioni e al modo in cui minano la stabilità strategica in tutto il mondo". "Stanno cercando di combattere questo conflitto non solo in teoria fino all'ultimo ucraino, ma anche in pratica: l'Occidente sta cominciando a usare armi con elementi nucleari", è stato invece il commento di Putin, che ha messo in chiaro che Mosca non resterà a guardare.
La guerra non vede tregua
Le armi all'uranio impoverito sono solo l'ultimo capitolo di una tensione senza fine tra il Cremlino e l'Occidente, mentre in Ucraina la guerra non vede tregua.
Il presidente Volodymyr Zelensky ha ribadito di essere pronto a riprendersi "fino all'ultimo metro" del suo Paese, e lo ha dimostrato passando ancora una volta all'attacco contro obiettivi militari dei russi in Crimea: nella serata di lunedì, un'esplosione nella città di Dzhankoi, nella penisola ucraina occupata, ha distrutto missili da crociera russi destinati alla flotta del Mar Nero, secondo Kiev che però non ha rivendicato alcuna operazione. Ma per i media di Mosca, sono stati ovviamente droni ucraini a colpire la città, che rappresenta lo snodo ferroviario più importante per i rifornimenti russi alla Crimea. Uno dei velivoli è stato abbattuto e un civile è rimasto ferito dai detriti, ha riferito il governatore filorusso della penisola.
Il conflitto poi è tornato a sconfinare in Russia, dove le forze ucraine hanno attaccato con droni una stazione di pompaggio del petrolio nella regione di Bryansk, senza causare vittime, secondo il governatore Alexander Bogomaz. E dopo l'incidente tra il drone americano e i caccia russi sul Mar Nero, è tornata la tensione anche nei cieli del Baltico, dove un jet Sukhoi è stato fatto alzare in volo per identificare e intercettare due bombardieri Usa B-52H "diretti verso il confine russo", a detta dei militari di Mosca.
Alla vigilia di quella che potrebbe essere la controffensiva di primavera inoltre, gli Stati Uniti stanno accelerando sulle consegne a Kiev dei tank Abrams e dei sistemi di difesa aerea. A confermarlo è stato il Pentagono dopo indiscrezioni dei media, secondo cui Washington opterà per l'invio di un modello vecchio ricondizionato di carri armati che potrà arrivare in otto-dieci mesi, mentre due Patriot saranno dispiegati in Ucraina nelle prossime settimane.
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