In Messico, la scelta di chi sta al volante ricade sempre più su automobili cinesi. Partendo da zero appena cinque anni fa, hanno raggiunto il 10% del mercato. E non si tratta solo di utilitarie economiche: i veicoli cinesi stanno ottenendo uno straordinario successo anche nei segmenti più esclusivi, offrendo alta tecnologia a prezzi competitivi. Quest’anno le marche cinesi nel mercato di lusso hanno registirato una crescita di vendite, mentre Mercedes-Benz e Audi hanno subito contrazioni significative, con perdite rispettivamente di quasi il 10% e del 22%.
Nel 2023 la Cina ha superato il Giappone come leader per esportazione di automobili. L’ascesa non è passata inosservata negli Stati Uniti, dove la protezione dell’industria automobilistica, in particolare quella delle auto elettriche, è una priorità. Lo scorso maggio, il presidente Biden ha imposto dazi del 100% sulle auto elettriche cinesi, di fatto escludendole dal mercato statunitense. Tuttavia, marchi come BYD, leader mondiale nelle auto elettriche, continuano a guadagnare terreno altrove. Nell’ottobre scorso, BYD ha superato Tesla in fatturato mondiale.
Il Messico è un hub cruciale per la produzione automobilistica, con fabbriche delle principali case mondiali, comprese quelle statunitensi. L’80% delle automobili prodotte qui vengono esportate negli Stati Uniti, grazie alle agevolazioni fornite dall’accordo di libero scambio tra i due Paesi.
Da tempo si discute in Messico dell’interesse di BYD di aprire una fabbrica in Messico che rappresenterebbe per il Paese un enorme investimento. Questa mossa, però, si scontra con gli interessi statunitensi e per ora, i marchi cinesi restano fuori dal circuito produttivo messicano, continuando a importare le loro automobili. In altri settori, a bassa tecnologia, numerose aziende cinesi hanno già spostato parte della produzione in Messico per etichettare i prodotti come “Made in Mexico” ed evitare i dazi imposti alle merci cinesi, sfruttando i vantaggi del libero scambio con gli Stati Uniti.
Ma gli Stati Uniti hanno sempre guardato con sospetto a questa crescita e c’è da aspettarsi che la nuova presidenza di Trump porti nuovi conflitti. Nell’industria automobilistica, un ruolo chiave sarà giocato da Elon Musk, che dopo aver investito 250 milioni di dollari nella campagna elettorale di Trump, farà parte del suo governo. Nel frattempo, la presidente messicana Claudia Sheinbaum, in carica da soli tre mesi, ha dichiarato che la relazione con gli Stati Uniti è la priorità del suo governo. In ottobre, il Messico ha alzato i dazi di importazione sulle automobili dal 20% al 25%, una misura “dimostrativa” mirata a contenere l’avanzata dei marchi cinesi.
Durante il primo mandato presidenziale Donald J Trump si era scagliato contro l’accordo di libero commercio tra Messico, Stati Uniti e Canada (il vecchio NAFTA, ora USMCA), chiamandolo “il peggiore accordo mai fatto”. Le negoziazioni per il nuovo trattato si sono protratte a lungo, soprattutto a causa delle clausole per limitare l’entrata dei prodotti cinesi.
Con l’imminente ritorno di Trump alla Casa Bianca, in Messico c’è grande preoccupazione che l’accordo firmato torni sotto attacco. La revisione è prevista per il 2026, ma in questo momento nessuno scenario è dato per sicuro.