Gli Stati Uniti hanno sospeso domenica sera la minaccia di imporre dazi sui prodotti colombiani, del 25% nell’immediato e poi del 50% fra una settimana, dopo che Bogotà aveva rifiutato di accogliere due voli militari statunitensi con a bordo migranti espulsi dalla nuova amministrazione. Restano invece, per il momento, delle restrizioni al rilascio di visti, fino a quando le espulsioni potranno effettivamente avere luogo. Washington ha fatto sapere che la controparte ha accettato tutte le condizioni impostele.
Anche il Paese sudamericano aveva annunciato dazi in risposta, con un peso specifico però evidentemente molto diverso. Come il Brasile in precedenza, dopo che 88 suoi cittadini erano stati deportati su un apparecchio posatosi a Manaus, pure al Colombia ha protestato per le condizioni degradanti di questi trasporti, dove i migranti sono ammanettati mani e piedi e - secondo testimonianze - non possono nemmeno andare in bagno. “Un migrante non è un criminale e deve essere trattato con dignità”, ha dichiarato il presidente colombiano Gustavo Petro. Bogotà ha manifestato l’intenzione di inviare propri aerei per effettuare questi trasporti.
Il suo ministro degli esteri, Luis Gilberto Murillo, ha confermato che l’impasse con l’amministrazione Trump è stata superata. L’annuncio della Casa Bianca dell’avvio del piano di espulsioni voluto dal nuovo presidente repubblicano è destinato tuttavia a far discutere ancora: Xiomara Castro, capo di Stato dell’Honduras, ha chiesto domenica una riunione d’urgenza degli Stati dell’America latina e dei Caraibi.
RG 07.00 del 27.01.2025 La corrispondenza di Cristian Valli
RSI Info 27.01.2025, 07:06
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