Il giorno dopo l’audizione davanti alla commissione senatoriale del deposto direttore dell’FBI James Comey, negli Stati Uniti ci si interroga sui reali effetti dell'indagine in corso per il presidente. Donald Trump non ha pubblicato tweet, ma ha lasciato i commenti al suo avvocato (esterno alla Casa Bianca) Marc Kasowitz. Per quest’ultimo Trump ha vinto: "È emerso che non ha intralciato la giustizia sulla questione delle ingerenze russe nella campagna elettorale statunitense...; anzi, è Comey che si è messo in cattiva luce divulgando ai media i contenuti dei suoi incontri col presidente".
La stampa americana è invece di tutt’altro avviso, cosi come gran parte del mondo politico, non solo del Partito democratico. Da più parti, infatti, si sottolinea che le dichiarazioni dell’ex capo dell’FBI sono state precise, non ci sono state contraddizioni: Trump ha sostanzialmente cercato di bloccare parte dell’inchiesta, in modo indiretto certo (“Mi aspetto da lei lealtà”).
Comey ha accusato il presidente d’aver mentito sui motivi del suo siluramento (“incapacità”) sottolineando il comportamento inappropriato durante i colloqui di Trump nei confronti di un funzionario federale (lui, Comey). Ora, bisognerà stabilire se ci siano elementi per una eventuale accusa nei confronti dell'inquilino della Casa Bianca di ostruzione alla giustizia. Per questo, è al lavoro Robert Mueller, dal 17 maggio procuratore indipendente nell’inchiesta sui legami tra il presidente e la Russia nella campagna delle presidenziali del 2016.
Kushner dovrà testimoniare
Si è appreso intanto che la Commissione intelligence del Senato ha in programma di interrogare Jared Kushner, genero di Trump e consigliere alla Casa Bianca del presidente. L’audit dovrebbe avvenire a fine giugno o ai primi di luglio. Nelle scorse settimane era emerso che Kushner è considerato dall'FBI persona d'interesse nell'indagine sulle interferenze russe nella campagna delle presidenziali USA.
RedMM/Esteri/mas