Almeno settantotto persone sono annegate dopo che un peschereccio che trasportava centinaia di migranti è affondato a sud-ovest della Grecia, in acque internazionali.
Un centinaio di persone sono state tratte in salvo, ha dichiarato la Guardia Costiera. Non è chiaro quanti possano essere i dispersi, ma stando a fonti delle autorità greche citate dall’agenzia di stampa AFP e probabile che sull’imbarcazione ci fossero centinaia di persone.
La Grecia ha dovuto fare i conti con moltissimi naufragi di imbarcazioni di migranti, spesso fatiscenti e sovraccariche, ma quello odierno è il bilancio umano più pesante dopo del 3 giugno 2016, quando almeno 320 persone morirono o scomparvero nelle acque del Mediterraneo.
“Hanno rifiutato ogni aiuto”
La guardia costiera ha dichiarato che al momento della tragedia, avvenuta martedì sera a 47 miglia nautiche da Pylos, nel Mar Ionio, nessuna delle persone a bordo del peschereccio indossava un giubbotto di salvataggio.
L'imbarcazione era stata avvistata martedì pomeriggio da un aereo di Frontex, l'agenzia europea di sorveglianza delle frontiere, ma i migranti a bordo "hanno rifiutato ogni aiuto", avevano dichiarato le autorità portuali greche in un precedente comunicato stampa.
Oltre alle motovedette della polizia portuale, hanno partecipato all'operazione di salvataggio una fregata della marina greca, un aereo e un elicottero dell'aeronautica militare e sei imbarcazioni in navigazione nella zona.
Secondo le prime informazioni fornite dalle autorità, l'imbarcazione naufragata era salpata dalla Libia diretta in Italia.
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Telegiornale 11.06.2023, 20:00