Israele non cercherà di conquistare, occupare o governare Gaza dopo la guerra contro Hamas. Lo ha affermato il premier Benjamin Netanyahu in un’intervista. Tuttavia, una “forza credibile” sarà necessaria “per entrare nell’enclave palestinese se necessario per prevenire l’emergere di minacce militari”, ha detto il politico, precisando: “Penso che sia chiaro come deve essere il futuro di Gaza. Hamas sarà andata: dobbiamo distruggerla per il bene di tutti, per il bene della civiltà e per il bene dei palestinesi e degli israeliani”.
Il premier ha poi ribadito che il suo governo non è d’accordo con un cessate il fuoco a Gaza. “Significherebbe arrendersi a Hamas, arrendersi al terrore e alla vittoria dell’asse del male dell’Iran. Non ci sarà alcun cessate il fuoco senza il rilascio degli ostaggi”. Netanyahu ha sottolineato che la battaglia “continua contro Hamas ma in aree specifiche e per un certo periodo, qualche ora qui e qualche ora là: vogliamo facilitare il passaggio sicuro dei civili”.
Dal canto suo, l’esercito israeliano ha accettato di osservare pause di qualche ora al giorno nel nord della Striscia di Gaza, per consentire ai civili palestinesi di lasciare l’area dove infuriano i combattimenti con Hamas, ma senza alcuna prospettiva di un cessate il fuoco.
“Un cessate il fuoco con Hamas significa arrendersi”, ha ribadito giovedì sera su Fox News Netanyahu, riaffermando l’obiettivo di “sradicare Hamas”, che ha scatenato la guerra attaccando Israele il 7 ottobre. “Nulla ci fermerà”.
Secondo gli Stati Uniti, Israele ha comunque accettato di fare delle “pause” umanitarie giornaliere per permettere ai civili di fuggire dal nord - dove si concentrano i combattimenti e i bombardamenti - verso il sud del territorio. Queste “pause di quattro ore in alcune aree della Striscia di Gaza settentrionale saranno annunciate con tre ore di anticipo”, ha dichiarato il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, John Kirby, che ha aggiunto che a Washington è stato assicurato che “non ci saranno operazioni militari in queste aree durante la pausa”.
L’esercito israeliano ha aperto domenica un “corridoio di evacuazione”, ma i palestinesi hanno riferito di continui combattimenti lungo il percorso, che 100’000 persone stanno utilizzando da mercoledì, secondo i dati dell’esercito israeliano e dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA).
La folla di uomini e donne a piedi, con i bambini in braccio, ha osservato un giornalista dell’AFP, ha ingrossato le fila di centinaia di migliaia di rifugiati stipati nel sud del piccolo territorio, che si mostra ormai in condizioni disastrose. Secondo l’OCHA il numero di sfollati a Gaza è ora di 1,6 milioni sui 2,4 milioni di abitanti della Striscia. Gli ospedali che non hanno ancora chiuso sono a corto di medicinali e di carburante per far funzionare i generatori.
Sale a oltre 11’000 il bilancio delle vittime a Gaza
Intanto è salito a oltre 11’078 morti il bilancio delle vittime a Gaza da quando Israele ha iniziato a colpire la Striscia in rappresaglia agli attacchi del 7 ottobre compiuti dai militanti di Hamas. Lo riferisce il Ministero della Sanità di Hamas.
Il bilancio delle vittime comprende 4’506 bambini, secondo un comunicato della stessa fonte legata ad Hamas, mentre 27’490 persone sono rimaste ferite.
Gaza, luce verde a pause umanitarie
Telegiornale 09.11.2023, 20:28