Sì, sarà di nuovo lui a formare il nuovo Governo. Il presidente israeliano Reuven Pivlin ha designato il premier Benjamin Netanyahu (al potere da ben 15 anni) per scegliere la nuova compagine destinata ad amministrare il paese.
Un’impresa estremamente complicata, dopo le elezioni anticipate di due settimane fa, e un incarico costato fatica al presidente, il quale ha affermato: “Non è una decisione facile per me, sia moralmente che eticamente”. E questo poiché Netanyahu è attualmente sotto processo, sospettato di aver approfittato della sua posizione per ottenere dei favori da parte di media israeliani.
Il suo compito ora appare come un grattacapo: il premier, con i suoi alleati, potrebbe attualmente raccogliere 52 voti in Parlamento, per ratificare la nuova compagine governativa. Ma di voti ne occorrono 61, e raggiungere questa soglia appare molto complicato. Potrebbe tessere un’alleanza con Naftali Bennett, della destra radicale, corteggiato però anche dall’opposizione. Altra alternativa, per lo meno inedita: Mansour Abbas ed il suo partito arabo-israeliano Raam, che si è aggiudicato 4 seggi.
Netanyahu avrà a disposizione 28 giorni. Se nonostante la sua lunga esperienza non dovesse trovare una soluzione Israele, con le sue profonde divisioni politiche, tornerà una volta di più alle urne.