A cinque giorni dalla strage nelle moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda, che ha causato cinquanta morti, la premier Jacinda Ardern ha fatto un nuovo appello affinché il razzismo non trovi posto nei valori della società neozelandese.
Una capa del Governo, Ardern, che in questi giorni ha saputo tenere unito lo Stato con empatia e fermezza. Due particolarità che la caratterizzano e che l'hanno resa una delle leader più apprezzate del mondo occidentale.
Nei giorni scorsi ha infatti dichiarato che "chiunque definisca la Nuova Zelanda la sua casa, qualsiasi sia la sua etnia o fede religiosa si possa sentire al sicuro. Ed è questo il mio ruolo: tutelare la sicurezza di tutti coloro che ritengono questa nazione la propria ed è quello per cui lavorerò finché avrò il privilegio di essere in carica".
Jacinda Ardern ha infatti rifiutato di piegarsi a chi tenta di fomentare divisioni nella società neozelandese, facendo leva sulla logica dell'appartenenza, della separazione e della differenza. La sua parola d'ordine fin dai primi istanti seguiti alla strage che colpito la comunità musulmana è stata "unità".