Il nuovo primo ministro britannico Boris Johnson ha incontrato mercoledì i responsabili dei principali partiti politici dell’Irlanda del Nord, nell'ottica di porre fine alle inquietudini sull’avvenire della frontiera irlandese nel caso di una Brexit senza accordo.
Dopo la Brexit, i 500 chilometri che separano l’Irlanda del Nord (provincia britannica) dalla Repubblica d’Irlanda, membro dell’Unione Europea, saranno il solo confine terrestre tra l’UE e il Regno Unito; i timori che Johnson intende fugare sono legati all’eventualità del ritorno a una frontiera “fisica”.
Prima di recarsi dai leader politici nordirlandesi, l’ex sindaco di Londra aveva telefonato al suo omologo irlandese Leo Varadkar per assicurargli che il Governo da lui guidato non “metterà mai” punti di controllo fisici tra le due Irlande. E questo anche nel caso di una Brexit senza accordo e quindi senza “la rete di sicurezza”, il famoso backstop, per la Repubblica d’Irlanda previsto nell’intesa sul ritiro di Londra dall’UE siglato tra Bruxelles e l’ex premier britannica Theresa May.
Sempre mercoledì l’incaricato britannico per la Brexit David Frost ha riferito che nei suoi incontri con la Commissione europea porterà il messaggio secondo il quale il “Regno Unito lascerà l'UE il 31 ottobre, in qualsiasi caso”. Frost ha dichiarato che si lavorerà “in modo energico per un’intesa, ma il backstop legato all’Irlanda deve essere cancellato. Se non saremo in grado di raggiungere l'accordo, allora dovremo lasciare l'UE senza intesa”, ha concluso.