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"Non era radicalizzato"

Parla il padre del presunto attentatore del Louvre - Riaperto il museo

  • 4 febbraio 2017, 17:02
  • 23 novembre, 06:53
Turisti in coda e soldati armati

Turisti in coda e soldati armati

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Il museo del Louvre ha riaperto le porte ai visitatori all'indomani dell'aggressione nei confronti di alcuni militari da parte di un individuo armato di machete, poi ferito dai colpi esplosi da uno dei soldati. A giudicare dalla folla che si è accalcata agli ingressi, l'episodio non ha spaventato i turisti, fra i quali pattugliano numerosi militi armati. Prima di entrare, si procede a una perquisizione supplementare degli zaini.

Nel frattempo migliorano le condizioni del ferito, ufficialmente in arresto e ora in condizioni di essere interrogato. Gli inquirenti dovrebbero sentirlo da domenica mattina. Il presidente francese François Hollande già venerdì aveva affermato che "non ci sono dubbi sulla natura terroristica dell'attacco", che però lascia increduli parenti e amici del presunto autore, un egiziano 29enne residente negli Emirati Arabi Uniti, arrivato a Parigi con regolare visto il 26 di gennaio.

"È alto 1 metro e 65 e assale quattro guardie da solo? Non è logico", ha affermato il padre (un ex generale di polizia ora in pensione) al microfono dell'agenzia AFP. Il giovane, sostiene, "non ha mostrato alcun segno di radicalizzazione". I tweet postati in arabo poco prima dell'attacco, in cui si parla dei "fratelli combattenti in Siria" e si cita il paradiso promesso dal Corano a chi muore combattendo per Dio, sembrano scritti da un'altra persona, secondo un amico.

pon/AFP

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