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Nuova emergenza in Siria

Le truppe governative premono su Daraa, Giordania e Israele chiudono i confini agli sfollati

  • 30 giugno 2018, 14:38
  • 23 novembre, 01:02
01:30

RG 12.30 del 30.06.2018: il servizio di Michele Giorgio

RSI Info 30.06.2018, 14:36

  • keystone/Nabaa Media, via AP

La Siria è confrontata a una nuova emergenza umanitaria: oltre 700'000 civili del sud del paese sono in queste ore tra l'incudine della chiusura della frontiera da parte della Giordania e il martello dell'offensiva governativa e russa, che mira a conquistare i territori da sei anni in mano a milizie delle opposizioni a Daraa e Qunaytra. L'ONU ha parlato venerdì del rischio di una "catastrofe": nei giorni scorsi aveva già riferito di 50'000 persone in fuga, ma secondo fonti locali gli sfollati sarebbero 150'000. L'Alto Commissario per i diritti umani, Zeid Raad Hussein, invita le parti in causa ad evitare un bagno di sangue come quello nella Ghuta orientale.

E proprio quella che fu la soluzione per la Ghuta potrebbe riproporsi sul piano militare: negoziatori ribelli e russi stanno trattando e Mosca preme per un'evacuazione dei miliziani e delle loro famiglie verso il nord del paese. Daraa passerebbe quindi sotto il controllo di Assad.

Nel frattempo da Amman, il ministro degli esteri giordano Ayman Safadi ha detto che si incontrerà con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, sottolineando la necessità di "assicurare la protezione dei civili", ma sia la Giordania che Israele si rifiutano di accogliere profughi e insistono nel creare i presupposti per un soccorso nei territori siriani.

Il regno hascemita ha dal 2011 a oggi accolto più di 600'000 siriani, mentre lo Stato ebraico - formalmente in guerra con la Siria dalla sua nascita - si è limitato in questi anni a fornire saltuaria assistenza medica a feriti gravi.

pon/ANSA/AFP

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