Il segretario generale ONU Antonio Guterres ha denunciato martedì le “chiare violazioni” del diritto umanitario a Gaza e ha chiesto un “immediato cessate il fuoco umanitario”, davanti a un Consiglio di sicurezza ancora diviso nel 18° giorno di guerra tra Israele e Hamas.
I commenti di Guterres hanno suscitato la rabbia di Israele, mentre il rappresentante palestinese ha denunciato l’inazione “imperdonabile” del Consiglio di Sicurezza, che nelle ultime settimane ha messo a nudo le sue annose divisioni sulla questione israelo-palestinese.
“Sono profondamente preoccupato per le chiare violazioni del diritto umanitario internazionale a cui stiamo assistendo a Gaza. Siamo chiari: nessuna parte di un conflitto armato è al di sopra del diritto internazionale umanitario”, ha dichiarato il Segretario generale delle Nazioni Unite. “Per alleviare le immense sofferenze, per facilitare la distribuzione degli aiuti in modo più sicuro e per facilitare il rilascio degli ostaggi, ripeto il mio appello per un immediato cessate il fuoco umanitario”, ha detto Guterres ai ministri e ai diplomatici di decine di Paesi riuniti in una sala del Consiglio raramente così gremita.
Gli aiuti internazionali sono arrivati a piccoli passi da sabato attraverso l’Egitto, ma, secondo le Nazioni Unite, in quantità molto insufficienti in questo piccolo e impoverito territorio bombardato da Israele dopo un sanguinoso attacco di Hamas il 7 ottobre. “È una goccia nell’oceano dei bisogni”, ha avvertito Guterres. “Anche in questo momento di grave e immediato pericolo, non dobbiamo perdere di vista l’unica base realistica per una pace e una stabilità durature: una soluzione a due Stati”, ha insistito.
L’ira di Israele contro Guterres: “In che mondo vive?”
“Signor segretario generale, in che mondo vive?”, ha risposto il ministro degli esteri israeliano Eli Cohen. “Senza dubbio, non è il nostro”, ha aggiunto, descrivendo il “brutale massacro” del 7 ottobre. “Come si può concludere un accordo di cessate il fuoco con qualcuno che ha giurato di uccidere e distruggere la vostra stessa esistenza”, ha chiesto.
L’ambasciatore israeliano all’ONU, Gilad Erdan, si è spinto oltre, chiedendo a Guterres di “dimettersi immediatamente”, accusandolo di essere “solidale con la campagna di omicidio di massa di bambini, donne e anziani”.
Dall’attacco del 7 ottobre, in Israele sono state uccise più di 1’400 persone, soprattutto civili (massacrati da Hamas quel giorno), e circa 220 ostaggi israeliani, stranieri o con doppia cittadinanza, sono nelle mani di Hamas.
Hamas, che controlla Gaza, ha annunciato martedì un nuovo bilancio complessivo di oltre 5’791 morti palestinesi, tra cui 2’360 bambini, dall’inizio della guerra.
Come preludio a una possibile incursione di terra da parte dell’esercito israeliano, negli ultimi giorni si sono intensificati gli attacchi sul territorio di 362 chilometri quadrati dove vivono 2,4 milioni di palestinesi.
“L’entità delle distruzioni solleva interrogativi sulla possibilità che la popolazione possa tornare alle proprie case”, ha commentato Lynn Hastings, rappresentante dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA).
Il ministro degli Esteri palestinese, Riyad Al-Maliki, ha denunciato l’inazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di fronte ai “massacri (...) perpetrati da Israele”. “Il Consiglio di Sicurezza ha il dovere di fermarli”: “il fallimento del Consiglio di Sicurezza è imperdonabile”, ha affermato.
La settimana scorsa, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aveva inizialmente respinto una bozza di risoluzione russa che chiedeva un “cessate il fuoco umanitario”. Solo cinque dei 15 Stati membri del Consiglio hanno sostenuto questo testo, che condannava “tutte le violenze contro i civili e tutti gli atti terroristici”, ma non nominava Hamas, cosa inaccettabile per Stati Uniti, Regno Unito e Francia.
Una seconda bozza di risoluzione elaborata dal Brasile, che detiene la presidenza del Consiglio a ottobre, è stata bloccata da un veto USA. Washington ha criticato il testo per non aver menzionato il “diritto di difendersi” di Israele, mentre 12 Paesi hanno votato a favore.
Gli Stati Uniti stanno lavorando a una terza bozza di risoluzione. “Tutti riconosciamo il diritto e l’imperativo degli Stati di difendersi dal terrorismo”, ha insistito il Segretario di Stato Antony Blinken. L’ultima bozza di testo statunitense visionata dall’AFP, dopo gli emendamenti, afferma “il diritto di tutti gli Stati all’autodifesa”, non solo di Israele.
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