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ONU: scene orribili a Gaza, tra incessanti attacchi israeliani

Secondo il coordinatore delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland, a Gaza nessun luogo è sicuro per i civili - Nuovi raid sul Libano

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Palestinesi cercano corpi e sopravvissuti tra le macerie dopo un raid israeliano sul campo profughi di Al-Maghazi (Striscia di Gaza, 19 ottobre 2024)

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Di: AFP/ATS/RSI Info 

“L’incubo a Gaza si sta intensificando. Scene orribili nella Striscia settentrionale, tra conflitti, incessanti attacchi israeliani e una crisi umanitaria in continuo peggioramento”. L’ennesima denuncia arriva dal coordinatore dell’ONU per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland, secondo il quale a Gaza nessun luogo è sicuro per i civili.

Dopo aver ucciso il leader di Hamas Yahya Sinwar, l’esercito israeliano non si è fermato. L’ultimo massiccio bombardamento israeliano ha colpito sabato sera un complesso residenziale nella città di Beit Lahiya, nel nord della Striscia: almeno 87 persone sono morte e altre 40 sono rimaste ferite, secondo un bilancio del ministero della salute di Hamas, molti i dispersi ancora sotto le macerie. Dal canto suo, l’Idf ha smentito i dati pubblicati dai funzionari palestinesi: “Il numero delle vittime è esagerato, e non corrisponde alle informazioni dal terreno che abbiamo e abbiamo usato munizioni di precisione e accuratezza nel colpire”.

“Con l’uccisione di Sinwar, Israele sta cercando un’opportunità per concludere la guerra a Gaza con un accordo sugli ostaggi”, ha fatto trapelare un funzionario israeliano parlando riservatamente con i media locali, mentre l’ufficio del premier Benyamin Netanyahu continua a ribadire che “la guerra non finirà finché non avremo raggiunto tutti i nostri obiettivi”. Nel nord della Striscia proseguono anche gli scontri di terra, un colonnello israeliano è rimasto ucciso. L’Idf ha poi affermato che le truppe hanno eliminato decine di terroristi, smantellato infrastrutture e confiscato una grande quantità di armi, anche nel sud della Striscia.

Sul fronte libanese, dopo l’attacco di droni lanciato sabato contro la residenza di Netanyahu a Cesarea (che secondo fonti “ha provocato ingenti danni alla casa colpita, anche se non è stato specificato quale), operazioni di terra e raid aerei si sono intensificati. Il ministro della Difesa Yoav Gallant, in visita ai battaglioni al confine settentrionale, ha affermato che “Hezbollah sta crollando”. I prigionieri, ha spiegato, “ci dicono cosa sta succedendo e che hanno una grande paura”. I media arabi hanno riportato che il numero due di Hezbollah, Naim Qassem, si è trasferito a Teheran il 5 ottobre partendo da Beirut con l’aereo su cui ha viaggiato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Aragchi, dopo la sua visita in Libano.

La Repubblica islamica ha intanto cercato di prendere le distanze dall’attacco a Cesarea addossando la colpa esclusivamente a Hezbollah. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha respinto ogni accusa sull’attacco di sabato: “Il regime sionista si è formato sulla base di menzogne”, ha detto. E nell’attesa della reazione israeliana, lo stesso Aragchi ha ammonito: “Qualsiasi attacco all’Iran sarà considerato come un superamento delle linee rosse e non resterà senza risposta”. L’argomento è tra quelli sul tavolo della riunione del gabinetto di sicurezza a Tel Aviv, insieme con i negoziati per il rilascio degli ostaggi che potrebbero riprendere dopo l’uccisione di Sinwar, come sembrerebbe dalla visita al Cairo del direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, che ha incontrato il neo capo dell’intelligence egiziana Hassan Mahmoud Rashad.

L’aeronautica militare israeliana ha lanciato due nuovi raid nel sud di Beirut. L’Idf ha comunicato di aver colpito un centro di comando della divisione di intelligence del gruppo islamista filoiraniano, e un sito sotterraneo di produzione di armi nella capitale libanese. Dal sud del Paese, i miliziani hanno martellato il nord di Israele e l’area di Haifa lanciando quasi 200 razzi nell’arco della giornata. In serata l’Unifil ha denunciato, ancora una volta, che “un bulldozer dell’Idf ha deliberatamente demolito una torre di osservazione e la recinzione perimetrale di una postazione ONU a Marwahin”.

In tarda serata l’agenzia di stampa nazionale ufficiale del Libano (Nna) ha segnalato 11 attacchi domenica sera sui sobborghi meridionali di Beirut, molti dei quali hanno preso di mira le filiali di Al-Qard Al-Hassan, gruppo finanziario legato a Hezbollah. L’agenzia ha affermato che un attacco è stato sferrato vicino all’aeroporto di Beirut, principale punto di ingresso dell’assistenza umanitaria nel Paese e importante hub di evacuazione per coloro che fuggono dal conflitto. Gli aerei commerciali sono stati visti volare oltre le nuvole di fumo sui sobborghi meridionali bombardati, ha riferito un corrispondente dell’Afp che li ha visti atterrare all’aeroporto di Beirut, situato vicino alle aree prese di mira. Alcuni video che circolano sui social network mostrano un intero edificio crollare nella zona roccaforte di Hezbollah.

L’Nna ha anche segnalato attacchi contro Al-Qard Al-Hassan a Hermel, Riyaq e Baalbek, nella regione della valle della Bekaa nell’est del Libano. L’attacco a Baalbek ha colpito un mercato commerciale che ospitava un edificio precedentemente utilizzato da Al-Qard Al-Hassan, ha detto l’Nna. Un corrispondente dell’Afp ha detto che i residenti hanno rapidamente lasciato la zona dopo che l’esercito israeliano ha emesso un ordine di evacuazione.

Hezbollah ha lanciato circa 200 razzi contro Israele oggi. Lo afferma l’Idf in un aggiornamento su Telegram. “Fino alle 23 (ora locale), circa 200 proiettili sono stati sparati dall’organizzazione terroristica Hezbollah dal Libano verso Israele”.

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Medio Oriente: guerra e fuga di notizie

Telegiornale 20.10.2024, 20:00

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