La polizia di Berlino ha annunciato di aver aperto, nei confronti di Mahmud Abbas, un'inchiesta per sospetti di "incitamento all'odio". La procedura prende le mosse dalle sue controverse affermazioni sull'Olocausto, nel corso della conferenza stampa di martedì scorso con Olaf Scholz. Il cancelliere tedesco si è in seguito detto "disgustato" dalle dichiarazioni di Abbas.
La polizia, come ha specificato oggi un suo portavoce, ha ricevuto una denuncia contro il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (ANP) per "relativizzazione della Shoah". Abbas, nel corso della conferenza stampa, aveva di fatto comparato la politica israeliana nei confronti dei palestinesi al genocidio degli ebrei perpetrato dai nazisti: rispondendo ad una domanda sul 50esimo anniversario dell'attentato subìto dalla squadra d'Israele alle Olimpiadi di Monaco del 1972, aveva accusato lo Stato ebraico di aver compiuto "50 olocausti" in località palestinesi. Ciò ha scatenato, segnatamente in Germania e in Israele, un'ondata d'indignazione.
Olocausto: le parole di Abbas, il silenzio di Scholz
Telegiornale 17.08.2022, 22:00
Dell'inchiesta di polizia sarà informato prossimamente il ministero pubblico, che sarà quindi chiamato a decidere di darvi seguito o meno. È tuttavia probabile che la procedura sarà di breve durata, ritiene il ministero degli esteri tedesco, visto che Abbas dovrebbe essere protetto dall'immunità prevista dal diritto internazionale. E questo, anche se "la Germania non riconosce allo stato attuale la Palestina come uno Stato", ha dichiarato un portavoce del ministero.
Intanto un portavoce di Abbas ha denunciato una "campagna ingiustificata" contro il presidente dell'ANP e il "progetto nazionale" palestinese. "Affermiamo che sull'insieme di queste questioni le posizioni del presidente e dei dirigenti palestinesi sono note e conosciute da tutti", ha quindi sottolineato, riferendosi alle precisazioni fatte mercoledì scorso da Abbas: il leader palestinese, dopo le polemiche, ha definito l'Olocausto come "il peggior crimine d'odio dell'era moderna" e sostenuto di non aver cercato di "negare la sua unicità".