Più di metà di Severodonetsk in mano russa

Le truppe russe avanzano a Severodonetsk, e solo il 20% della città è ancora in mani ucraine. Gli invasori controllano invece il 60% e la parte rimanente è una "no man's land", secondo il sindaco Oleksandr Stryuk interpellato mercoledì dall'agenzia Reuters. In precedenza il governatore di Luhansk, Serhii Haidai, aveva affermato che i soldati di Mosca hanno consolidato le loro posizioni in centro e preso possesso del 70% della località, in cui rimangono solo circa 12'000 degli oltre 100'000 abitanti di prima del conflitto. "Sono gli ultimi degli ultimi, coloro che non hanno i mezzi per scappare o non sanno dove andare", ha spiegato Stryuk. Stando a Haidai le evacuazioni sono sospese perché troppo pericolose. Durante una di esse, nei giorni scorsi, è morto un giornalista francese che la stava documentando. Allo stesso tempo, i rifornimenti sono ormai interrotti.

Da una settimana i bombardamenti proseguono senza sosta, una parte delle truppe di Kiev si è ritirata su posizioni più favorevoli ma si continua a combattere strada per strada. Le due parti si rimpallano la responsabilità di aver colpito un serbatoio di acido nitrico nella fabbrica chimica Azot.

Se i russi completassero la conquista di Severodonetsk e di Lyssychansk, "gemella" più piccola ancora totalmente in meni ucraine sull'altra sponda del fiume, potrebbero dire di controllare la totalità dell'oblast di Luhansk.

Che la situazione sul fronte orientale sia difficile lo ha ammesso nuovamente anche il presidente Volodymyr Zelensky alla CNN: "ogni giorno perdiamo dai 60 ai 100 soldati e 500 vengono feriti", ha detto.

Il Cremlino sta concentrando i suoi sforzi militari proprio sul Donbass (che comprende anche la regione di Donetsk già in parte sotto il loro controllo). Secondo gli 007 ucraini, l'obiettivo è di terminare la conquista entro un mese. Leonid Slutsky, presidente del comitato degli affari esteri della Duma, ha persino ipotizzato che le regioni occupate dall'esercito russo, come quella di Kherson, potrebbero organizzare in luglio un referendum sull'adesione alla Federazione.

Sul fronte diplomatico, il portavoce Dmitri Peskov non ha escluso un incontro fra Vladimir Putin e il suo omologo ucraino. La reazione russa al parziale embargo europeo sulle importazioni di petrolio è stata piuttosto rilassata ("le eccedenze verranno dirottare altrove".

Meno quella alla notizia di nuove forniture di armi (sistemi missilistici per la precisione) dagli Stati Uniti all'Ucraina: Joe Biden "sta deliberatamente gettando altra benzina sul fuoco", ha dichiarato Peskov.