Difetti esecutivi rispetto al progetto, degrado e corrosione di diverse parti dovuti alla mancanza di significativi interventi di manutenzione: lo scrivono i periti reclutati dalla giudice per le inchieste preliminari nella risposta al secondo quesito del primo incidente probatorio per il crollo del ponte Morandi, il viadotto collassato un anno fa a Genova, provocando la morte di 43 persone.
Per giungere alle loro conclusioni, presentate giovedì, gli esperti hanno analizzato macerie e porzioni rimaste intatte e proceduto a carotaggi.
Sono indagate 71 persone e due società, Autostrade per l'Italia e Spea, e ipotizzati, a vario titolo, i reati di omicidio colposo, omicidio stradale colposo disastro colposo, attentato alla sicurezza dei trasporti e falso.
ANSA/dg