A sei mesi dal crollo di Ponte Morandi a Genova, sono iniziati i lavori di demolizione del moncone ovest, quello che gravita sopra le attività produttive.
Secondo le previsioni il cantiere resterà aperto un mese, mentre nel frattempo si lavora per la messa in sicurezza dei piloni a est, sospesi sopra le case delle oltre 600 persone evacuate il 14 agosto, per permettere a tutti di rientrare per la quarta volta e recuperare definitivamente ogni bene.
La vita svanita da sotto il ponte
“Anche se stiamo per essere risarciti tutti per la perdita della nostra casa, quello che fa più male è sapere che lì dove siamo nati, ora resta un grande vuoto”, dice Giancarla Lazzari, una delle proprietarie di via Porro 10 che avevamo incontrato un mese dopo il crollo. C'è molta incertezza sui tempi di demolizione di quella parte di ponte, anche a causa della presenza di amianto dentro gli edifici, costruiti decenni prima del viadotto. “Abbiamo chiesto di essere avvertiti un paio di giorni prima della demolizione, così da lasciare la città e non assistere alla scomparsa delle nostre case”, chiude Ennio Guerci, esponente del comitato sfollati di Genova.
Massimo Lauria