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Prosegue l’assedio degli agricoltori

Primi fermi vicino a Parigi e prime concessioni europee contro la protesta che tocca mezzo continente, ma rimane forte soprattutto in Francia

  • 31 gennaio, 17:47
  • 31 gennaio, 21:42
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Proteste contadine in Francia, reportage dal cuore della rivolta

Telegiornale 31.01.2024, 20:00

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Di: AFP/pon 

Diversi punti di passaggio del confine tra il Belgio e la Francia - secondo quanto anticipato oggi, mercoledì, da media locali - sono stati bloccati nel quadro di una protesta congiunta degli agricoltori dei due Paesi. È soprattutto in Francia che la tensione continua a crescere: i trattori continuano a bloccare diversi assi autostradali attorno a Parigi e Lione. Alla periferia sud della capitale, la contestazione minaccia di investire il mercato dei prodotti freschi di Rungis, il più grande del mondo, fondamentale per l’approvvigionamento della città. Diciotto contadini sono stati fermati in quella zona. Il ministro dell’interno Gérald Darmanin ha parlato di “100 blocchi” in atto in tutto il Paese.

La rabbia degli agricoltori continua a manifestarsi però anche in altri Paesi, a cominciare dalla Spagna, dove i loro rappresentanti saranno ricevuti venerdì dal Governo, e dall’Italia, dove cortei con centinaia di trattori si sono svolti soprattutto in Piemonte, a Cuneo, Alessandria e Novara, ma anche nei porti di Oristano e Cagliari. “Niente contadini, niente cibo, niente futuro”, ricordavano gli striscioni esibiti dai manifestanti.

Prime concessioni da Bruxelles

“Gli agricoltori mettono il cibo sulla nostra tavola”, ha dichiarato dal canto suo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, annunciando un incontro con Emmanuel Macron giovedì. Bruxelles ha peraltro varato misure per rispondere ad alcune delle rivendicazioni del settore primario: ha in particolare annunciato “un freno di emergenza” per le importazioni ucraine. L’esenzione dai dazi doganali concessa a Kiev dopo l’inizio del conflitto con la Russia ha portato a un balzo dell’11% delle consegne di prodotti agricoli nell’UE fra gennaio e settembre del 2023. Sono soprattutto gli agricoltori dei Paesi confinanti, come la Polonia, a denunciare le conseguenti distorsioni del mercato, anche perché le norme da rispettare che pesano sul loro lavoro e sui loro conti non valgono in Ucraina. Il freno annunciato oggi non basta, hanno già ribattuto, perché si applica solo a un ventaglio limitato di prodotti, come zucchero, uova e pollame.

L’altra concessione dell’UE riguarda l’obbligo di mettere il 4% dei terreni agricoli a maggese. In cambio del via libera ai prodotti ucraini, lo scorso anno era stata adottata una deroga, che non era però stata rinnovata per il 2024. Ora sarà reintrodotta, anche se in modo “parziale”.

02:25

Francia: continua la protesta contadina

Telegiornale 30.01.2024, 20:00

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