Ticino e Grigioni

Le proteste tolgono frutta e verdura dalla tavola

In diversi Paesi europei gli agricoltori scendono in piazza: una situazione che si fa sentire anche nella Svizzera italiana, per esempio con l’aumento dei prezzi

  • 29 gennaio, 20:20
  • 30 gennaio, 08:22
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Le proteste degli agricoltori europei pesano sugli scaffali

Il Quotidiano 29.01.2024, 19:00

  • Keystone
Di: Quotidiano/RSI Info 

Si moltiplicano le immagini provenienti da diversi angoli dell’Europa che raccontano le proteste inscenate dagli agricoltori per vari motivi. In Francia, per esempio, i trattori stanno occupando le strade contro condizioni sempre più difficili per il settore.

Sono agitazioni che iniziano a far sentire le loro conseguenze anche nella Svizzera italiana, soprattutto tra chi importa generi alimentari, come la Tre Valli Gastropartner: “Già dallo scorso venerdì, non arrivano more: un grosso produttore è il Portogallo, che fa passare la merce da Spagna e Francia. Con lo sciopero in Francia, di more se ne vedono poche” afferma infatti il direttore Patrick Rusconi.

E non si tratta soltanto di prodotti che non arrivano, ma anche di costi: “La Spagna è un grossissimo produttore, per esempio di peperoni, melanzane e zucchine, e sentiamo un aumento dei prezzi”. Una situazione che va a ripercuotersi sul consumatore. “Noi siamo intermediari, quindi se ci aumentano i prezzi, il consumatore finale è quello che ci perde di più”.

Un aumento a cui si assiste anche cercando soluzioni alternative, per esempio rifornendosi in Italia: “Lì la produzione resta però la stessa e il prezzo aumenta di conseguenza” dice Andrea Bernasconi, collaboratore dell’importatore g.b.c., sottolineando che la situazione non è facile soprattutto per la grande distribuzione: “Questa fissa i prezzi coi produttori già con mesi di anticipo, quando viene a mancare il prodotto lo scaffale rimane vuoto oppure c’è un incremento del prezzo”. Potrebbero quindi cambiare gli scaffali del reparto frutta e verdura. “Se magari prima si trovavano dieci varietà di un prodotto, ora se ne troveranno un po’ meno” osserva Bernasconi.

E Rusconi mette in guardia: “Meno produciamo in Svizzera, più dipendiamo dall’estero: questo è un segnale d’allarme”. Nel frattempo si consiglia di consumare prodotti di stagione. Un consiglio più difficile da seguire durante i mesi invernali.

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