Sono quasi 400 le persone rimaste ferite negli scontri scoppiati sabato sera tra manifestanti e forze dell'ordine a Beirut. È stato il giorno più violento dall'inizio della protesta antigovernativa che da metà ottobre denuncia l'intera classe politica. È accusata di corruzione e incompetenza, ma pure ritenuta responsabile del fallimento dei servizi pubblici e delle condizioni di vita estremamente difficili.
Le violenze di sabato sono cominciate in una principali arterie che portano al Parlamento nel cuore della capitale libanese, quando i contestatori, alcuni con la faccia mascherata, hanno attaccato la polizia in tenuta antisommossa con il lancio pietre, pali di segnalazione e rami d'albero. Alcuni hanno anche cercato di sfondare le barricate e attraversare il filo spinato.
Le forze dell'ordine hanno usato cannoni ad acqua e gas lacrimogeni per disperdere la folla e circa 30 persone sono state arrestate durante gli scontri, ma la procura ha ordinato il loro rilascio. I manifestanti hanno lanciato sui social network nuovi appelli per continuare la protesta anche nella giornata di domenica.
Scontri in Libano, 400 i feriti
Telegiornale 19.01.2020, 13:30