Il deposto presidente Carles Puigdemont, in esilio a Berlino, si fa da parte e ha proposto giovedì sera Quim Torra quale suo successore e candidato alla presidenza catalana. Con questa mossa sblocca la crisi istituzionale praticamente allo scadere del tempo previsto dalla legge, prima della riconvocazione automatica delle elezioni, in assenza di un nuovo presidente eletto entro il 22 maggio.
Il presidente dell'assemblea, Roger Torrent, venerdì compie un giro di consultazioni dei leader politici e convoca i deputati per i due turni dell'investitura. Il primo, a maggioranza assoluta, presumibilmente andrà a vuoto. Mentre Torra, con ogni probabilità, sarà eletto al secondo turno a maggioranza semplice.
Il nuovo candidato, vicino a Puigdemont, è il quarto a scendere in campo. A differenza dei primi tre, non è in carcere né, per ora, incriminato. Potrà formare un governo "effettivo" ponendo così fine al commissariamento della Catalogna da parte di Madrid. "Dovrà rispettare la legge" ha subito avvertito il premier spagnolo, Mariano Rajoy.
ATS/Nad